domenica 4 luglio 2010

Bukhara-Samarcanda (Buxoro-Samarqand)

 

280km

Corri cavallo, corri ti prego! Fino a Samarcanda io ti guiderò…

Oggi tappa “soft”: non molta strada, partenza con calma, quasi tutta strada a doppia carreggiata, ma come sempre priva di segnaletica orizzontale (le linee bianche) e abbastanza dissestata. Buche e avvallamenti ovunque, sassi sulla banchina, e soprattutto bisogna stare attenti alla gente che attraversa la strada: in qualsiasi posto, spuntano fuori dal new-jersey centrale in cemento e si buttano in mezzo per attraversare…mai come in Iran, dov’era il non-plus-ultra, ma sempre pericoloso… Riesco comunque a mantenere circa gli 80 indicati, stando però attento ai vari carretti trainati da asinello che vanno piano piano sulla destra, e alle macchine che vanno in contromano sulla corsia di emergenza…addirittura ho incrociato una bicicletta contromano nella mia corsia di sorpasso!!!

Mi fermo a riposare un attimo e a dissetarmi su una fermata dell’autobus decrepita a bordo strada…ma non faccio neanche a tempo a fermarmi che mi circonda un nugolo di ragazzini incuriositi da me e dalla moto, che mi fanno domande in uzbeko e in russo. Io avevo voglia di riposarmi n’attimo…e vabbè…

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Finalmente comunque giungo a Samarcanda, non me ne rendo ancora conto, solo il nome della città mi emoziona. Fatico a raggiungere il “centro”, che non riesco a ben determinare…accendo quindi il Garmin, che mi porta verso la direzione corretta…le strade sono piene di buche, mi sa le più profonde trovate finora in tutto il viaggio, proprio qua in centro a Samarcanda; addirittura un tombino senza coperchio… Vedo infine il Registan, e mi fermo a fotografare il mio “cavallo” parcheggiatovi davanti

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Oggi ho sofferto molto il caldo, quindi non immaginate che gioia una bella doccia fresca in una figata di hotel in centro a Samarcanda, con wi-fi in camera, stanza climatizzata e con vista sul Mausoleo Guri Amir: ecco ciò che si vede dalla finestra della mia stanza…

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Ora vado a farmi un giro per la città, perchè qua “el soe magna e ore…”

Hasta luego!