lunedì 27 settembre 2010

владивосток - 43°10′N 131°56′E

Quella che è chiamata “la San Francisco Russa” per via delle strade in continuo saliscendi, appare inizialmente come una grande moderna città: arrivandoci in moto, innanzitutto ci si imbatte in un traffico da grande metropoli, a partire da già una trentina di km prima, perché le strade si “imbottigliano” per entrare nella penisola del centro città; poi si vedono in lontananza decine di enormi palazzi, arroccati sulla collina che dà sul porto. Enormi cartelloni pubblicitari, vie trafficate e illuminate. L’impressione è molto positiva: forse perché si arriva da migliaia di km di foresta (a parte Khabarovsk ovviamente). La mattina successiva, dai uno sguardo intorno, e ti rendi conto che molti dei palazzi sono nient’altro che dei casermoni sovietici, e un’atmosfera grigia copre un po’ la città (complice il tempo: cielo coperto, rischio pioggia). Dopo un giretto in centro, ci si rende conto che la città non è poi così grande, e in una giornata si visitano un po’ tutti i luoghi di particolare interesse: la stazione, il porto, il museo del sommergibile russo C-56, l’arco trionfale. Abbiamo già visto il traghetto che ci porterà in Korea: è li “parcheggiato” al porto. “EASTERN DREAM” il nome. Domani facciamo i biglietti. Oggi già iniziate le procedure di uscita dalla Russia (consegnati i documenti in porto, aiutati da un’Agenzia). 

Mi ha davvero impressionato in questi ultimi dieci giorni il constatare quanto la latitudine influenzi la temperatura, a parità di stagione. Da Ulaanbaatar, infatti, proseguendo verso Nord, è sempre soffiato un vento “siberiano” in direzione contraria, e abbiamo sentito diminuire progressivamente la temperatura, fino a Ulan-Ude, dove abbiamo trovato la neve… Da Ulan Ude fino a Chita, di nuovo un lieve calo di temperatura. A Chita era +3°C la mattina, e il ragazzo che ci ha ospitato ci ha detto che solitamente a Magotcha, la città successiva, ci sono dieci gradi di differenza (in meno) rispetto a Chita. E così è stato! la mattina successiva ci siamo infatti svegliati con -10°C… Tutto il tragitto verso Est da Magotcha a Belogorsk è stato compiuto con temperature basse, e frequenti soste per scaldarsi mani e piedi… Proseguendo verso sud-est, direzione Khabarovsk, la temperatura è aumentata, e a Khabarovsk di giorno, con il sole, si poteva girare in T-shirt. Poche centinaia di km verso sud, direzione Vladivostok, e i guanti “pesanti” cominciano a dare fastidio, quasi vorrei toglierli e cambiarli con quelli più leggeri, mentre un paio di giorni prima ero lì che attaccavo e staccavo continuamente le manopole riscaldabili, scollegate prima della partenza per scongiurare ogni problema elettrico, considerandole inutili d’estate… e collegate “al volo” alla batteria per causa di forza maggiore in questo tratto di Russia… (purtroppo senza il loro regolatore dopo pochi minuti diventavano ustionanti e dovevo staccarle…). Prima di arrivare a Vladivostok ho dovuto per forza togliere il pile… e quì a Vladivostok (circa alla latitudine di Firenze) ci sono quasi 20°C, quindi ciò significa che una decina di gradi di latitudine di differenza (un migliaio di km…) comportano 30°C di differenza… (non bisogna però dimenticare la notevole influenza mitigatrice dell’oceano…)

Vedremo ora in Korea, se dovremo girare veramente in “tenuta” estiva, o se invece arriveremo nel periodo delle piogge… (Seoul è circa alla latitudine della parte sud della sicilia…)

Abbiamo percorso 5000km in Russia, in questa Terra enorme, che comprende 10 fusi orari, che si estende per oltre 17 milioni di km^2 (57 volte l’italia…) ma che ha neanche 2 volte e mezzo gli abitanti dell’italia…

La Korea è invece un terzo dell’Italia, come superficie, ma ha quasi lo stesso numero di abitanti! (5/6) Penso sarà un bel cambiamento di paesaggio rispetto la Russia…

a presto su questo stesso canale…!