domenica 29 agosto 2010

Barnaul – Mongolia

Siamo partiti venerdì da Barnaul, un giorno dopo quanto programmato, perchè le gomme sono arrivate in ritardo (mercoledì) e abbiamo finito il montaggio mercoledì tardo pomeriggio, inoltre Vania (il figlio di Nataly e Den) ha iniziato a piangere perchè voleva rimanessimo là ancora…

Den e Nataly ci hanno accompagnato a prendere le moto al parcheggio, poi in farmacia, poi ci hanno scortato fino fuori città. Sono stati di una gentilezza incredibile, sono stati come una famiglia per noi in questa settimana, erano veramente felici che fossimo là da loro, ed erano realmente preoccupati per noi per la parte rimanente del nostro viaggio…

Quasi 800km ci dividevano dalla Mongolia. Li abbiamo percorsi in tre giorni, percorrendo circa 270km ogni giorno. Non è stata una cosa programmata, ma il ritmo è stato questo. Il primo giorno abbiamo campeggiato poco dopo Gorno Altajsk, sulla riva destra del fiume Katun: campeggiati in mezzo alla natura, luna quasi piena… e mega albergo-discoteca in lontananza, lato opposto fiume, con musica a palla per quasi tutta la notte… I monti Altaj sono infatti una località di villeggiatura per i russi di queste parti, e in particolare Gorno Altajsk. Il secondo giorno abbiamo percorso altrettanta strada, e ci siamo fermati nei pressi del fiume Chuya (affluente del Katun) che abbiamo poi seguito fino al confine. Durante la giornata si sono viste molte tende a bordo strada, lungo il fiume: in queste zone, oltre alle persone che campeggiano per il weekend, si pratica molto il rafting (avevamo visto infatti qualche imbarcazione la prima sera). Mi aspettavo questi monti un po’ diversi: il paesaggio è suggestivo, pare quasi di essere in Austria o Svizzera (se non fosse per qualche particolare che ti ricorda che sei in Russia… tipo le case, qualche latrina alle stazioni di servizio, etc.) ma mi aspettavo fossero più particolari, e soprattutto più alti, almeno nella prima parte. La prima sera eravamo infatti a soli 300m s.l.m., la seconda sera sugli 800. Ora siamo invece a 2100m, al confine con la Mongolia: la frontiera era infatti chiusa oggi, quando siamo arrivati. Pensavamo di poter almeno entrare in “terra di nessuno”, ci aspettavamo che la frontiera mongola fosse chiusa per il weekend, ma non anche quella russa… Siamo quindi accampati a bordo strada, a pochi metri dal confine, a Tashanta (quanto sarà lunga la terra di nessuno se Tashanta sulla cartina sarà a 15-20km dal confine Mongolo?!?) in attesa delle 9 di domattina, quando le frontiere apriranno, e noi ci dirigeremo verso Olgiy. Siamo qui con un gruppo di inglesi del Mongol Rally, in ambulanza, poi altre due ambulanze, con mezzo 4wd d’appoggio, partite dall’Olanda per “Ambulance to Mongolia”. Poi una Peugeot 305 rossa con due australiani, e una “jeep” (“Mongoliara”) con 3 spagnoli, baschi, partiti 2 mesi fa dalla Spagna, diretti a Ulanbator. Venderanno la macchina (o almeno ci proveranno) e torneranno in aereo. (ci hanno raccontato che nel 1995 sono andati in aereo in India, in 5, e hanno comprato 4 Royal Enfield, con cui sono tornati in Spagna!)

Prima di cena ho passato un po’ di tempo sulla moto: ho aumentato ancora il precarico del mono posteriore (su consiglio sia di cobra che di Ture). Ora sono quasi a precarico massimo, con freno in compressione praticamente quasi al massimo. Vedremo come si comporterà la moto così… Sono un po’ preoccupato per il mono posteriore, perchè è stato molto sollecitato, con tutto il peso che ho caricato, e perchè vedo lo stelo bello umido di olio, e pure il fondo corsa, come se ci fossero dei trafilamenti… anche per questo ho aumentato volentieri il precarico, sperando di preservare un po’ di più l’ammortizzatore. Poi ho chiuso alla meno peggio con del nastro telato due lacerazioni dei soffietti degli ammortizzatori anteriori. Niente di grave comunque. Infine, ho guardato un po’ sconsolato le gomme, i miei T63 da fuoristrada, che secondo me si sono notevolmente consumati da Barnaul a qua… ma ce la faranno! e poi, come mi ha detto Adam, dopo un vistoso consumo iniziale, dovrebbero dopo un po’ assestarsi.

Abbiamo passato la serata con i 6 inglesi e i 2 australiani, ma è stato triste rendersi conto, dopo comunque due mesi che si mastica inglese quotidianamente con tutti, delle enormi difficoltà a capire l’inglese dei madrelingua…

Il paesaggio di questo tratto finale di Russia è un preludio alla Mongolia: montagne, ampie vallate d’alta quota, bel tramonto. La Russia non ci ha poi deluso per quanto riguarda le strade: le migliori finora trovate dalla Turchia fino a qua. A parte qualche breve tratto in ricostruzione, sempre buon asfalto, con segnaletica sia orizzontale che verticale. Ne avremo nostalgia in Mongolia?!? Chissà…

Ora si dorme, la pioggia che prima era arrivata, leggera, ci dà tregua. Oggi il sole scottava, ora fa freddo, ma in tenda siamo ben coperti. Buonanotte.

Mongolia, finalmente arriviamo!