giovedì 19 agosto 2010

Semey (KZ) – Rubtsovsk (RUS)

19-08-2010   155km

Questa mattina sveglia alle 8, colazione in albergo (cotoletta di carne macinata, e purè…) dove incontriamo nuovamente i due ragazzi di Almaty, che salutiamo. Si parte con calma dall’albergo, con il parcheggiatore che ha una paura fottuta che ce ne andiamo senza dargli i suoi 200tenge (circa 1 euro): infatti me li ha chiesti ben 3 volte… Regalo i semi di girasole al portiere (li avevo comprati tutto entusiasta ieri sera, poi mi son accorto che, come in tutta l’Asia centrale, non sono decorticati…qui la gente ne va pazza, e sono degli artisti a togliere la buccia: mettono il seme tra i denti, e in un lampo eccolo decorticato. Per me invece è un’impresa impossibile…)

Puntiamo a nord, ed ecco che subito, appena usciti dalla città, il paesaggio cambia come d’incanto: dove sono finite le distese deserte di ieri? dov’è finito il paesaggio brullo degli ultimi 2000km? Da sud a nord della città una metamorfosi per me stupefacente. D’un tratto mi sembra di trovarmi in Finlandia, rotta verso Capo Nord, e non più in Kazakistan: prato verde a sinistra, erba alta. Foresta di aghifogli a destra. Cielo terso, azzurro intenso. Aria fresca, al punto che dobbiamo fermarci a metterci un maglioncino (mentre al sole, da fermi, si suda!). Ogni tanto un piccolo laghetto: prima uno a sinistra, poi uno un po’ più grande, a destra. Una sensazione di libertà incredibile: sarà il sole alle spalle che mi illumina la strada, saranno gli stormi di uccelli che, passando, scomodiamo dalla strada; sarà questo profumo nuovo nell’aria, ma quest’oggi la giornata ci sorride, più del solito. Bene!

Ci fermiamo a mangiare qualcosa, prima di arrivare in frontiera, e troviamo un bel posticino, che quasi ci invita a rimanere per pranzo, tutto diverso dalle solite “bettole” dove non sai cosa fidarti di ordinare… La strada è deserta, non passa nessuno. E allora faccio una considerazione: se ieri avevo pensato che le città del Nord del Kazakistan non possono commerciare con il sud del Paese (con Almaty per intenderci) data la qualità delle strade, data la distanza, e dato che non avevo visto molti camion passare, e avevo quindi dedotto che forse commerciano con la vicina Russia; oggi mi chiedo: ma se questa strada che è la direttrice principale con la Russia è deserta, con chi commercia Semey? Forse con la lontana Astana? non penso neppure tramite via ferrata, dal momento che le ferrovie incrociate sono a binario unico, i treni che si vedono passare sono pochi, e carichi prevalentemente di legname… Mah…

Oggi Marco “festeggia” i 3 mesi dalla sua partenza da Padova: Auguri! :-)

Siamo alla latitudine di Padova, e stiamo salendo verso nord, ma l’aria è pungente, fa quasi freddo. Arriviamo quindi alla frontiera. C’è coda. Attendiamo al di fuori della dogana Kazaka. Quando la guardia alza la sbarra e ci fa passare, sbrighiamo comunque le formalità in poco tempo. Ora tocca alla Russia. Siamo in terra di nessuno, e c’è di nuovo coda. Quì l’attesa è ben più lunga, quasi un’ora direi. Arriva il nostro turno, chiediamo di evitare di passare con le moto sul tratto di sabbia all’ingresso (vediamo poi che si tratta in realtà di segatura) e veniamo accontentati. Controllo passaporti: dobbiamo compilare la carta di immigrazione, e un gentile giovane poliziotto che parla un minimo di inglese si preoccupa di chiederci se abbiamo bisogno di aiuto. Ci indica poi di andare alla dogana, per la dichiarazione. E qui inizia una lunga storia, che cercherò di riassumere al meglio: mi aspetto di compilare una dichiarazione, come fatto all’ingresso di tutti i Paesi dell’asia centrale finora. E invece ci chiedono direttamente di mostrar loro una dichiarazione, come se dovessimo già averla. Dicono di mostrare loro quella che ci hanno dato in Kyrghyzstan: ma mica ci siamo stati noi in Kyrghyzstan! Chiedono allora quella uzbeka, o kazaka. Infatti poco fa non mi hanno chiesto la dichiarazione all’uscita dal Kazakistan… faccio finta di non capire, dicendo che non ho nessuna dichiarazione, poi mi fanno capire che c’è l’unione delle frontiere, e che la stessa dichiarazione già fatta vale anche per la Russia. Recupero quindi la dichiarazione fatta all’ingresso del Kazakistan, ed esprimo la mia gioia nel non dover compilare l’ennesima dichiarazione! il mio sorriso si spegne però subito, quando mi fanno notare che nella dichiarazione è indicato che è valida fino al 23 agosto (i famosi 30 giorni dall’ingresso in Kazakhstan). Poco male, dico loro che quella è la validità in Kazakhstan, e che ora sto entrando in Russia. Ma insistono, che dovrò lasciare la Russia entro il 23 Agosto. Ma siamo pazzi? Ma oggi è il 19 Agosto, e il mio visto vale fino all’11 Ottobre! Ma stiamo scherzando? Dico loro che rifaccio una nuova dichiarazione, ora, e mi devono dare validità fino alla fine del mio visto. Dicono che non è possibile. Dicono che la dichiarazione si può estendere solo alla data di scadenza, e che dovrò presentarmi quindi in frontiera il 23: o a quella con la Mongolia, o dovrò tornare qua. Sono veramente allibito. Ribadisco che la validità della dichiarazione del Kazakhstan ora non vale niente, non c’entra, che qua siamo in Russia! Faccio notare che il mio visto kazako scade il 21, come potevo arrivare in frontiera il 23? La guardia mi dice che devo stare qua in frontiera fino al 23, che solo in tale data possono estendere la validità della dichiarazione. La butto in ridere, e chiedo dove posso piantare la tenda… Mi sembra veramente che siamo arrivati all’assurdo! Marco mi da una mano e chiede se si può fare qualcosa a Barnaul, all’Ufficio di Polizia. Dicono di no, solo in dogana, in frontiera. Dico loro che siamo in frontiera, e che loro possono estendermi la validità della dichiarazione: come lo possono fare fra 4 giorni, lo possono fare ora! Porgo loro la mia penna, e gli faccio cenno di scrivere. Mi dicono di andare, che non ci saranno problemi all’uscita verso la Mongolia. Però il poliziotto, quello che parla inglese, dice che secondo lui avrò problemi con quella dichiarazione, all’uscita, se uscirò dopo il 23… E’ paradossale, non sanno che fare!! uno mi dice di andare pure avanti, un altro mi dice che potrebbe essere un problema, un altro cerca di convincermi che in 4 giorni ce la facciamo ad arrivare in Mongolia: si ma io ho un visto di 2 mesi, perchè devo correre? Noi dobbiamo fermarci a Barnaul! Insisto che devono modificarmi loro la dichiarazione, ora. Mi portano quindi dentro in un ufficio, dove un poliziotto inserisce tutti i miei dati nel pc, stampa un’etichetta che appone sulla dichiarazione kazaka, timbra, firma, ed ecco che magicamente la dichiarazione è estesa ben oltre il necessario: fino al 19 novembre, tre mesi! vedi che non era poi così impossibile? Marco mi dice che dovevo stare più calmo, che mi sono alterato un po’ troppo. E’ possibile, ma non me ne sono reso conto. Però ho ottenuto ciò che era sensato. E semplice. Ma vuoi vedere che sono il primo ad essere passato di qua a trovarmi in questa situazione?

Dopo più di 3 ore complessive, finalmente usciamo, e siamo in Russia! Foto al cartello (piccolo…) di ingresso… e rotta verso nord. E’ tardi, sono già le 17 (abbiamo portato avanti di un’altra ora l’orologio: ora siamo +5 rispetto all’italia!) Ci fermiamo a Rubtsovsk, per mangiare qualcosa. Troviamo un bel posto in centro, dove mangiamo davvero bene! Chiediamo quindi per un hotel economico: il primo non ha stanze a disposizione, il secondo accetta solo russi. Ma la ragazza alla reception telefona ad un’amica, che mette a disposizione un appartamento (dove siamo ora per la notte). 1000 rubli (26 euro): accettiamo. L’”amica” arriverà a prenderci tra dieci minuti. Finchè aspettiamo, chiacchieriamo con 3 ragazzi russi: ci dicono che lavorano nel settore degli olii, alla Gazprom (io non sapevo neppure che facessero anche olio alla Gazprom…) ci regalano depliant, accendini, penne, facciamo una foto di gruppo, ci scambiamo gli indirizzi, e ci dicono di contattarli per qualsiasi problema a Barnaul. Ottimo. 

La ragazza bionda (l’”amica”) arriva, la seguiamo, noi in moto e lei in macchina, fino alla periferia del paese, dove ci fa entrare in un appartamento al piano terra di un casermone stile sovietico (o siciliano, dirà Marco): non un gran chè, vecchio, non brilla di pulizia, ma non male secondo me, per una notte. Marco preferirebbe la tenda. E infatti decide di dormire comunque su materassino e sacco a pelo. Io copro il divano con delle lenzuola. Le moto sono in un parcheggio a pagamento, non lontano da qua.

Domattina si punta ancora a Nord, direzione Barnaul.