domenica 21 novembre 2010

Japan - week 3

Non è facile riassumere una settimana in poche righe, ma ci provo:
partito da Hiroshima lunedì, mi sono fermato ai musei navali di Kure, e ho poi campeggiato in un'isoletta (Oshiba).
Il giorno successivo ho proseguito la mia strada verso Shikoku (la "quarta" isola giapponese), superando vari ponti, che son sì comodi, ma pure costosi... Questa seconda notte ho campeggiato nel campo della vecchia scuola elementare di un paesino in un'altra isola...


Son dunque arrivato in Shikoku, e dirigo verso est. Ma voglio evitare la strada costiera, solitamente trafficata: mi porto quindi al centro dell'isola, e percorro una strada che la taglia orizzontalmente. Il primo tratto, la Route 17, è davvero bella: bel panorama, bellissimi colori, curve divertenti. Anche se andando su di quota inizia a fare fresco... Vedo la mia prima scimmia! attraversa la strada da destra a sinistra e si arrampica su sulla montagna... Prendo quindi la 439, e questa è davvero una strada incredibile: tratti strettissimi, in mezzo al bosco, sporchi, ricoperti completamente di foglie. Non mi rendo conto se ho sbagliato strada, perchè sembra davvero una strada abbandonata in mezzo alla montagna... (scoprirò il giorno successivo che ho percorso la strada senza manutenzione da più tempo in Giappone, fonte di molte polemiche qui: "the longest dirty road in Japan...") ...e intanto si sale di quota... Mi fermo sul passo, faccio un paio di foto, entro nel "ristoro" e c'è un vecchietto che ovviamente non capisce un'acca di inglese, e che è davvero impaurito: ma quando parlo inglese non sto mica puntando una pistola addosso a nessuno!

Proseguo ma la temperatura scende assieme al sole, e appena questo fa capolino dietro la montagna, il termometro segna zero gradi... mai decisione fu più saggia di fermarsi per la notte nell'alberghetto trovato alla giunzione con la 438, perchè il giorno dopo ho verificato che c'erano altre due ore di strada di montagna prima di arrivare alla città di Tokushima...
A questo punto chiamo Yoshi, incontrato il giorno prima per strada: mi ha aiutato a contrattare il prezzo all'albergo. Lui è di Tokushima. Lo aspetto alla stazione. E' mezzogiorno passato. Pranziamo assieme, mi offre sushi! E' davvero interessato al mio viaggio, mi fa un sacco di domande. Andiamo assieme al primo dei due ponti che collegano Shikoku con l'isola principale (Honsu). Si può andare sotto al ponte per vedere i vortici creati dalle correnti contrapposte che percorrono lo stretto, ma nonostante il perfetto orario di alta marea, di vortici non se ne vedono. "Unlucky" mi dice Yoshi...da cui mi congedo perchè sta per fare buio, e io volevo arrivare ad Osaka... Mi saluta con le lacrime agli occhi, al che io mi stupisco davvero: è davvero incredibile questa ospitalità giapponese...


L'isola di Shikoku è paragonata alla Sicilia, per lo stretto che la divide dall'isola principale, e io direi anche per gli agrumi che vi crescono: ho "rubato" dagli alberi qualche mandarancio (senza semi!) davvero eccezionale.
Percorro quindi il ponte più lungo del mondo. Dopo aver percorso il ponte numero due al mondo, due anni fa, tra Danimarca e Svezia, sono ora qui ad Akashi, in Giappone. E quì sono "preoccupati" perchè se il ponte sullo stretto di Messina, in Italia, sarà completato, loro perderanno il primato! Gli ho detto di non preoccuparsi...
Mi fermo per la notte a Kobe, perchè Osaka è ancora lontana, inizia a far freddo e sono stanco.
Dopo una foto di rito al porto di Kobe, dirigo per Osaka. Ma in realtà ho appuntamento a nordovest di Osaka, a Kawanishi, con un motociclista del WTN-J, una sorta di motoclub nazionale giapponese. Sunao è davvero gentilissimo, mi offre la cena, andiamo assieme alle terme più antiche del Giappone (Arima Onsen) e mi ospita a casa sua per la notte. Il giorno successivo andiamo insieme in moto a Osaka, visitiamo il castello, pranziamo con Okonomiyaki (il mio responso: Hiroshima style batte Osaka style!) e facciamo un salto in Osaka downtown. La sera mi traferisco da Naoto, suo amico, sempre motociclista. Anche in questo caso sono l'ospite d'onore: cena con la sua bella famiglia e ospite a casa sua per la notte. E' davvero incredibile questa ospitalità che continuo a trovare in giro per il mondo...

Infine, oggi mi scortano fino all'autostrada per Kyoto: Naoto davanti, con la sua F800GS, Sunao dietro, con la sua HP2. Due delle moto con cui avrei voluto fare questo viaggio! (ma troppo costose...). E' troppo forte come nel mondo sempre si cerchi ciò che non si ha: qua in giappone tutti con il mito delle auto e delle moto europee; Sunao e Naoto con le BMW, e appassionati di Porsche. Poi per strada si vedono Alfa Romeo e si incrociano Ducati!



Ciliegina sulla torta, arrivato a Kyoto, incontro inaspettatamente il mitico Matsuo San.
Non vi dico nulla. Andate a vedere il suo sito:

www.baikunomatsuo.sakura.ne.jp

gli stringo la mano onorato, e facciamo una foto assieme: