lunedì 6 settembre 2010

Uliastay - Mongolia

Siamo qui in pausa da un paio di giorni, nella ridente cittadina di Uliastaj. Siamo +6h rispetto all’Italia, quì vige l’ora di Ulaanbaatar, +1h rispetto alle “aimag” più occidentali della Mongolia. E a breve quì si sarà +7h, perchè non c’è l’ora legale. Ma noi non ci saremo, perchè domani si riparte! Si riprende verso nord, abbiamo già prenotato un alberghetto a Tosontsengen, cittadina a 190km da qui, speriamo di non incontrare neve, e che le strade non siano piene di fango… ebbene sì, perchè l’altro giorno, arrivando a Uliastaj, dopo una notte di pioggia battente in tenda, abbiamo trovato le piste viscide dal fango, e verso la fine, a 20km dall’arrivo, la pioggia si è trasformata in NEVE!!! faceva freddissimo, ed era difficilissimo proseguire perchè non si riusciva a tenere la visiera chiusa, e la neve pungeva dolorosamente gli occhi! è stata la giornata + difficile del mio viaggio, più di 6h per fare 120km… per fortuna abbiamo trovato un hotel decente, non avrei mai pensato di trovarlo qua in centro alla mongolia…
ci siamo un po’ riposati, abbiamo ripreso le energie (e la temperatura corporea…) e in teoria le previsioni danno il tempo in miglioramento per i prossimi giorni…
Vi faremo sapere…alla prossima connessione internet disponibile!!!
Avrei altro da scrivere su questa permanenza di due giorni a Uliastaj, ma ora si va a mangiare perchè è tardi, ciao!
P.S. ho pubblicato ora un post datato 29 agosto, per chi vuole leggere qualcos’altro!

venerdì 3 settembre 2010

Mongolia 4° giorno

Finora 120km  fino ad Altai, ora andremo avanti un paio di orette, poi ci accamperemo.
Devo andare più piano perche' avevo iniziato a prenderci gusto con il fuoristrada, e non vorrei aver esagerato coi sacchettoni sulle borse (su cui si sono aperte delle crepe), ma non penso sia questo...
Speriamo di arrivare domani a Uliantsai o li vicino per mangiare e trovare internet (e benzina!!!)
Ora ci aspettano montagne, invece ieri e oggi abbiamo fatto deserto... cosi' cambiamo paesaggio, anche se forse andiamo verso il freddo, speriamo non verso le piogge!
La schiena si fa sentire, con tutte ste buche...
La gomma posteriore si sta gia' notevolmente usurando, e crepando...speremo ben, in caso lo cambiamo a Ulanbaatar o in Russia.
Se qualcuno vole mandarmi SMS se sullo spot vedete che sono vicino a qualche citta' il cell generalmente prende, ciao!

giovedì 2 settembre 2010

Mongolia 3° giorno

Oggi si sono scaricate le batterie dello SPOT (dopo 80gg!!!) per cui stasera le ho sostituite. La tappa odierana è stata di 260 km molto faticosi ma divertenti, stasera sono stanco e ho mal di schiena! Tutti i colpi e le botte prese a causa dello sterrato hanno aperto delle crepe sulle borse, le abbiamo riparate con acciao liquido, speriamo bene! Buona notte a tutti!!!

mercoledì 1 settembre 2010

Mongolia 2° giorno

Qui prendo anche Gsm ma non riesco a mandare SMS con la scheda mongola. Le strade qui consitono in decine di piste parallele non asfaltate che ogni tanto si incrociano.
Niente internet a Khovd, ora siamo accampati in compagnia di una nuvola di zanzare, inoltre ci sentiamo belli sporchi ma non c'è doccia! A domani!

martedì 31 agosto 2010

Mongolia (Notizie via satellite!)

Siamo accampati a 2500 metri, vicino ad un ruscello, in cielo si vede la via lattea da da SW a NE. Provvidenziale vista la temperatura il nouvo sacco a pelo russo! Accendo il satellitare Thuraya solo la sera (Mongola chiaramente) per risparmiare la batteria. Bye.

domenica 29 agosto 2010

Barnaul – Mongolia

Siamo partiti venerdì da Barnaul, un giorno dopo quanto programmato, perchè le gomme sono arrivate in ritardo (mercoledì) e abbiamo finito il montaggio mercoledì tardo pomeriggio, inoltre Vania (il figlio di Nataly e Den) ha iniziato a piangere perchè voleva rimanessimo là ancora…

Den e Nataly ci hanno accompagnato a prendere le moto al parcheggio, poi in farmacia, poi ci hanno scortato fino fuori città. Sono stati di una gentilezza incredibile, sono stati come una famiglia per noi in questa settimana, erano veramente felici che fossimo là da loro, ed erano realmente preoccupati per noi per la parte rimanente del nostro viaggio…

Quasi 800km ci dividevano dalla Mongolia. Li abbiamo percorsi in tre giorni, percorrendo circa 270km ogni giorno. Non è stata una cosa programmata, ma il ritmo è stato questo. Il primo giorno abbiamo campeggiato poco dopo Gorno Altajsk, sulla riva destra del fiume Katun: campeggiati in mezzo alla natura, luna quasi piena… e mega albergo-discoteca in lontananza, lato opposto fiume, con musica a palla per quasi tutta la notte… I monti Altaj sono infatti una località di villeggiatura per i russi di queste parti, e in particolare Gorno Altajsk. Il secondo giorno abbiamo percorso altrettanta strada, e ci siamo fermati nei pressi del fiume Chuya (affluente del Katun) che abbiamo poi seguito fino al confine. Durante la giornata si sono viste molte tende a bordo strada, lungo il fiume: in queste zone, oltre alle persone che campeggiano per il weekend, si pratica molto il rafting (avevamo visto infatti qualche imbarcazione la prima sera). Mi aspettavo questi monti un po’ diversi: il paesaggio è suggestivo, pare quasi di essere in Austria o Svizzera (se non fosse per qualche particolare che ti ricorda che sei in Russia… tipo le case, qualche latrina alle stazioni di servizio, etc.) ma mi aspettavo fossero più particolari, e soprattutto più alti, almeno nella prima parte. La prima sera eravamo infatti a soli 300m s.l.m., la seconda sera sugli 800. Ora siamo invece a 2100m, al confine con la Mongolia: la frontiera era infatti chiusa oggi, quando siamo arrivati. Pensavamo di poter almeno entrare in “terra di nessuno”, ci aspettavamo che la frontiera mongola fosse chiusa per il weekend, ma non anche quella russa… Siamo quindi accampati a bordo strada, a pochi metri dal confine, a Tashanta (quanto sarà lunga la terra di nessuno se Tashanta sulla cartina sarà a 15-20km dal confine Mongolo?!?) in attesa delle 9 di domattina, quando le frontiere apriranno, e noi ci dirigeremo verso Olgiy. Siamo qui con un gruppo di inglesi del Mongol Rally, in ambulanza, poi altre due ambulanze, con mezzo 4wd d’appoggio, partite dall’Olanda per “Ambulance to Mongolia”. Poi una Peugeot 305 rossa con due australiani, e una “jeep” (“Mongoliara”) con 3 spagnoli, baschi, partiti 2 mesi fa dalla Spagna, diretti a Ulanbator. Venderanno la macchina (o almeno ci proveranno) e torneranno in aereo. (ci hanno raccontato che nel 1995 sono andati in aereo in India, in 5, e hanno comprato 4 Royal Enfield, con cui sono tornati in Spagna!)

Prima di cena ho passato un po’ di tempo sulla moto: ho aumentato ancora il precarico del mono posteriore (su consiglio sia di cobra che di Ture). Ora sono quasi a precarico massimo, con freno in compressione praticamente quasi al massimo. Vedremo come si comporterà la moto così… Sono un po’ preoccupato per il mono posteriore, perchè è stato molto sollecitato, con tutto il peso che ho caricato, e perchè vedo lo stelo bello umido di olio, e pure il fondo corsa, come se ci fossero dei trafilamenti… anche per questo ho aumentato volentieri il precarico, sperando di preservare un po’ di più l’ammortizzatore. Poi ho chiuso alla meno peggio con del nastro telato due lacerazioni dei soffietti degli ammortizzatori anteriori. Niente di grave comunque. Infine, ho guardato un po’ sconsolato le gomme, i miei T63 da fuoristrada, che secondo me si sono notevolmente consumati da Barnaul a qua… ma ce la faranno! e poi, come mi ha detto Adam, dopo un vistoso consumo iniziale, dovrebbero dopo un po’ assestarsi.

Abbiamo passato la serata con i 6 inglesi e i 2 australiani, ma è stato triste rendersi conto, dopo comunque due mesi che si mastica inglese quotidianamente con tutti, delle enormi difficoltà a capire l’inglese dei madrelingua…

Il paesaggio di questo tratto finale di Russia è un preludio alla Mongolia: montagne, ampie vallate d’alta quota, bel tramonto. La Russia non ci ha poi deluso per quanto riguarda le strade: le migliori finora trovate dalla Turchia fino a qua. A parte qualche breve tratto in ricostruzione, sempre buon asfalto, con segnaletica sia orizzontale che verticale. Ne avremo nostalgia in Mongolia?!? Chissà…

Ora si dorme, la pioggia che prima era arrivata, leggera, ci dà tregua. Oggi il sole scottava, ora fa freddo, ma in tenda siamo ben coperti. Buonanotte.

Mongolia, finalmente arriviamo!

domenica 22 agosto 2010

Barnaul

Quì a Barnaul siamo ospiti di una coppia di ragazzi gentilissimi, Nataly e Dan, anche loro trovati da Ture tramite couchsurfing. Hanno un appartamento piccolissimo al quinto piano di un condominio in centro città, dove vivono con loro figlio, e il loro grande cane (un Bobtale). Io e Marco ci chiedevamo dove avremmo dormito, visto che l’appartamento è composto da un soggiorno con divano, una mini cucina, e bagno. La risposta l’abbiamo avuta la sera: i ragazzi trasformano il divano in letto matrimoniale, e ci dormono loro. Per noi sul pavimento un materasso gonfiabile, che si è rivelato davvero comodissimo. Fatto questo, non rimane molta superficie libera nell’appartamento, e il cane la occupa completamente. E’ davvero singolare che dei ragazzi si offrano di ospitare gente quando già l’appartamento io lo riterrei piccolo per loro… Ma è davvero incredibile quanto siano felici di averci qua con loro, quanto siano gentili nel prepararci da mangiare, lavarci qualche indumento in lavatrice, accompagnarci a destra e a manca in città per quello che ci serve (pignone catena per Marco, forse nuovo sacco a pelo per me, etc.)

La prima sera, venerdì, siamo stati assieme a loro ad un concerto,

Кристиан и Марко 002 DSCN3422

in una specie di casa abbandonata non lontano dal centro città, una sorta di centro sociale, anche se centro sociale non è (è una proprietà privata, messa a disposizione per qualche festa). Il posto è davvero singolare, accogliente, simpatico! Il gruppo che suona (www.drugiedyadi.com) è spettacolare: DSCN3426

musica similbalcanica, tra il country e il bossanova (dice Marco). Conosciamo Peter, il leader, amico di Dan. E’ il cantante, nonchè violinista, del gruppo. Ha avuto un’educazione classica, al conservatorio di Novosibirsk, e ha poi girato l’Europa come artista di strada per 10 anni, è stato anche a Genova. Si complimenta con noi per l’attenzione degli italiani, in base alla sua esperienza, nell’ascolto della musica classica. Gli chiediamo se possiamo comprargli un disco (forse oggi Nataly riesce a farcelo avere), poi lo spettacolo ricomincia. Sono un gruppo professionista, i componenti sono originari di Barnaul, quindi fanno questa serata per la loro città. Riescono davvero a coinvolgere il pubblico, con canzoni classiche russe, una canzone tipica della città di Barnaul, con battute e gag. Ad esempio alla festa ci si può sposare (per scherzo ovviamente): molti ragazzi e ragazze lo fanno, ci sono a disposizione un abito da sposa e un gruppo che suona una specie di danza nuziale. E’ molto originale! Non so se da noi le ragazze lo farebbero, mi vien da pensare che sarebbero superstiziose ad indossare un abito da sposa prima del matrimonio… Scopro che qua mettono la fede sull’anulare della mano destra. E che fanno il segno della croce “al contrario” (prima a destra e poi a sinistra). La Chiesa Ortodossa vuole così. Non lo sapevo. Anche qua si grida “bacio! bacio!” agli sposi novelli.

Tra birre, balli, un trenino come in Italia si fa ad ogni festa, e gente ubriaca, la serata volge al termine. Fuori fa freddo, come sempre quando cala il sole e si fa notte qua. Ci dicono che quest’estate è stata davvero mite, incredibilmente “fredda” rispetto ai soliti 40° degli altri anni. D’inverno qua si arriva anche a –40, con anche 2m di neve…

Ieri (sabato) a mezzogiorno siamo stati a vedere una gara di motocross, alle porte della città. La Siberia Cup. Prima girano i bimbi, 8 anni. Poi gli adolescenti, 14 anni. Poi i più grandi.

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Lo spettacolo aumenta con l’aumentare della potenza dei mezzi, ovviamente. Non è una grossa manifestazione (rispetto ad un challenge che ho visto in Italia) ma è coinvolgente! Dopo le gare, andiamo a cercare il pignone per Marco, da un concessionario multimarca, dove vedo lo spider Can-am (circa 19000 euro) e molte moto usate, che noto costare molto più che in Italia (quasi 4000 euro per un cbr 900 del 96, e quasi 7000 euro per un’R1 del 2005…quasi il doppio che in Italia mi sa…). Cerchiamo poi in 3 negozi un sacco a pelo un po’ più pesante per me (qui la notte in tenda fa davvero freddo, e il mio sacco a pelo da mezza stagione non va benissimo…); non hanno esattamente ciò che cerco: o sono troppo pesanti (come peso in kg intendo) oppure non abbastanza pesanti (come riparo dal freddo…). Ci sto ancora pensando, su cosa fare…

Torniamo a casa, mangiamo qualcosa (ormai sono le 15) e poi andiamo al fiume: a circa 30km sudovest dalla città, ci aspettano i genitori di Dan, una coppia di loro amici, e Ivan, il figlio di Nataly e Dan. Dalla strada principale si stacca una strada disastrata, verso l’Ob. La percorriamo piano piano con l’X-Trail di Dan (guida a destra, importato dal Giappone, come moltissime auto qua. Dan e Nataly sono andati in treno fino a Vladivostok e sono tornati con l’auto. Il tutto, dicono, si è rivelato molto più conveniente che comprare la macchina qua. Molti, qui, fanno di questi viaggi il loro lavoro). Arrivati sulla riva, il padre di Dan ci porta con un gommone a motore su un’isola al centro del fiume,

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dove loro sono accampati, per la giornata, con tenda, e tutto il necessario: il padre di Dan è un bravo pescatore (e orgogliosamente ci dice che è anche un bravo cacciatore), pesca sul fiume alcuni pesci e li cucina lì, sulla spiaggia, alla griglia. Li mangiamo “a scottadito”, nel vero senso della parola: con le mani, appena presi dalla griglia. Sono di un sapore incredibile: naturali, senza sale, senza olio, buonissimi. Le spine sono quasi morbide, al punto che si possono masticare e mangiare. Davvero eccezionali. Addirittura meglio degli sgombri di Bruno! (il mio vicino di casa, in Italia)

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Io e Marco costruiamo un castello di sabbia assieme a Ivan, sulla riva.

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E’ ormai il tramonto, il paesaggio e i colori si fanno davvero incredibili. Come la quantità di zanzare! Tornati in “terraferma” incontriamo gruppi di famiglie russe, accampate a riva per il weekend, con vecchi camion allestiti a camper, con musica e falò. Ci offrono della vodka, e vogliono cucinarci degli “shashlik”. Io rifiuto (non bevo alcool), Marco assaggia uno shot.

Oggi andremo nella casa di campagna dei genitori di Dan, dove hanno una banya, domani vedremo come procedere con le gomme e il resto, per poi prepararci alla ripartenza.