sabato 1 gennaio 2011

Buon 2011 a tutti !!!

GRAZIEEEEEEEE!!!

Con l'occasione del mio primo post del 2011, dopo gli Auguri A TUTTI da 20mila km di distanza (per me 27mila...:-))
VORREI RINGRAZIARE AMICI E PARENTI: mi avete fatto una mega sorpresa! non me l'aspettavo davvero, grazie mille! Ho ricevuto una notifica di bonifico, con oggetto: BUON COMPLEANNO E BUON NATALE DA RICEVERAI LA LISTA VIA MAIL ;-)
cavoli, proprio una sorpresa graditissima e molto utile!!! un regalo perfetto direi!

Ora ringrazio brevemente tutti uno ad uno, nell'ordine della Lista ricevuta ieri!

- Cobra: mitico cobra, compagno di viaggio che sempre più mi manca con il passare del tempo, grazie per essermi sempre vicino, per la "presenza" virtuale, per l'incitamento, e per gli aiuti informatici. La mappa del Garmin dell'Australia è installata e funzionante. Grazie mille!

- Ely: ciao Ely! grazie del supporto, e del regalo! la tua presenza discreta ma costante mi ha accompagnato lungo tutto il mio viaggio. Ci si sente via skype!

- Botte: ciao Andre! come va?!? grazie mille! hai ancora il camper? Lo prenoto per un giro tutti assieme quando torno! Ci mangiamo 4 costiccine da qualche parte! ;-)

- Elika: ciao Erika! grazie millee! messa a posto la schiena? dai che poi vai a fare snowboard con il tuo uomo! Buon 2011!

- Chicca: ciao cugi! grazie mille davvero! per il regalone, per tutti gli sms, per le notizie da PD, per tutto, ciaooo!!!

- Zia Roberta: ciao zia RoooB! tutto bene? graaaazie mille! Buon 2011, Tanti Auguri per tutto!

- Zia Maria: ciao zia Mary, grazie mille del regalo, tanti tanti Auguri per un Felice 2011 !!!

- Marco Small: ciao Marco, grazie assai! Che si dice a Milano di questo 2011? un grosso Augurio per un 2011 pieno di soddisfazioni!

- Mimmo: ciao Domeeeee!!! ti ho visto in gran forma via skype da Tokyo, come va la botta alla testa...? grazie Mimmo! Buon Anno!!! 

- Il_Maiale: ciao Mattia, un sentito grazie from downunder, un pensiero davvero prezioso per me: il mondo ti accoglie ovunque a braccia aperte, ma poi una mano scende sempre al portafoglio... ciao, e tanti Auguri per tutto!

- Bea: ciao Bea! mia assidua lettrice! grazie per ogni singolo tuo commento al blog! tutti sempre graditissimi!  ciao e Tanti Auguri !!!

- Betta Mattiello: ciao Betta! Ma grazie! grazie per il regalo, grazie per i commenti alle foto su facebook,  Buon 2011 !!!

- Fury: ciao veciooooo!!! come stai?!? grazie mille! tien pronto il radicchio da treviso, che quando torno si fa na magnata tutti assieme! 1 abbraccio!

- Gibuss: ciao Gibus!!! sempre matto come al solito? grandisssssimo Gibus! grazie davvero, stame ben, salutami anche la 2CV! ;-)

- Ale Turkovic: ciao Ale, come butta a Trieste? dove hai passato il Capodanno? grazie per il supporto, e per il regalo! Tanti Auguri di Buon Anno!!!

- Max Maniero: ciao Max, come va? cavoli grazie mille!!! Tanti tantissimi Auguri per un grande 2011 !!! 

- Monica: grazie mille per il gradito regalo! Buon 2011! Tanti Auguri per tutto dall'altro emisfero!

- Haran Banjo: ciao Andrea, grazie per l'idea, per l'organizzazione, per la realizzazione di questo inaspettato regalo. Ti Auguro un felice 2011 !!!


Grazie di nuovo a tutti per il regalo, 
spero di trovare tempo, voglia e soprattutto connessione web per continuare a tenervi tutti aggiornati su questa mia lunga avventura.
Augurandovi nuovamente Buon Anno Nuovo, allego una panoramica dello scoccare del 2011 da SouthBank, il lungofiume sud di Brisbane. Ciao!!!
Christian













mercoledì 29 dicembre 2010

200

200 giorni - 200 days


oggi è il mio giorno numero 200 (DUECENTO!)
fa impressione a dirlo...
così tante persone incontrate, così tanti posti visti...

today it's my day number 200...
so many people met, so many places where I have been...


grazie a tutti coloro che mi sono stati vicini, anche da lontano,
con un supporto morale, con un sms, un'email, una chiacchierata in chat, qualunque cosa:
ogni contatto è stato per me importante, davvero.

thank You to everybody who has kept in touch with me, even from far far away...
any single contact has really been important for me.

martedì 28 dicembre 2010

Japan vs Australia

Here's go-east from Brisbane!

Sono dunque arrivato nella terra dei canguri, e ad accogliermi c'era...la pioggia! che cade quasi ininterrottamente da quando sono arrivato, la mattina del giorno di Natale. Quasi una beffa vedere indicato sulle targhe delle auto "Queensland - Sunshine State"...



La prima cosa che mi colpisce di questo Paese, mi spiace essere venale, sono i prezzi: letteralmente spaventosi. Ok che il dollaro australiano vede una crescita costante negli ultimi 5 anni nei confronti del dollaro americano, ok che siamo ai minimi storici del cambio (siamo al punto di pareggio: 1USD = 1 AUD) ma quì le cose stanno così: un mars costa 2,50$ - una qualsiasi bibita da mezzo litro (compresa l'acqua...) costa 3$ - un panino 8$, un gelato 7$, gli hotel della catena Formula1, che in Francia hanno camere a partire da 30euro, quì partono da 89$!!! noleggiare una bici costa 18$ all'ora (diciotto!!!) quando a Tokyo costava 200Yen (poco meno di 2euro) al giorno!

E io che mi lamentavo del Giappone...
almeno lì c'erano i "combini" con il reparto a 100Yen...
Sono Uscito dal supermercato con gli occhi sbarrati: sembra che tutto costi il doppio...

E pensare che la Lonely Planet dell'Australia, per esempio, è marcata 29 USD, 17 GBP, 49 AUD...al cambio attuale questi valori sono un pelino svarionati...

Per non parlare dei trasporti! Salgo sull'autobus, chiedo all'autista quant'è il biglietto, e mi dice "sei dollari"...come? sei dollari?!? ok, saranno quasi 20km per arrivare in centro, ma mi sembra fottutamente esagerato!

Io mi ero stupito dei 3500Yen al giorno per un parcheggio auto a Tokyo...quì a Brisbane vogliono 44dollari...

Poi ok cercando si trova anche il modo di spendere poco: dormendo in ostello (20$), mangiando al fast food (6$), comperando al factory outlet (t-shirt a 10$).



La seconda cosa che mi stupisce è l'inaccessibilità (gratuita...) a internet: se in Giappone era difficile (ma almeno negli ostelli, anche se solo lì, c'era free wi-fi), quì è letteralmente impossibile trovarlo! Gli internet point ci sono, ma costa 1,20 dollari al quarto d'ora collegarsi, così come dall'ostello! E questo è davvero un problema per me, che uso internet per tenermi in contatto con il mondo, e per cercare dove andare, dove dormire, etc.

In compenso ho trovato una scheda sim per il cellulare (finalmente, dopo giappone e corea dove sono stato per tre mesi senza!) che mi permette di chiamare a pochi soldi: stessa tariffa per i cellulari di tutto il mondo, 15 cent/minuto. E per i fissi solo 5cent/minuto! (+ 25 di scatto alla risposta) quindi posso chiamare casa dal cellulare spendendo meno di quanto non spendevo in italia...

La formalità giapponese quì lascia spazio all'easy-living: se i guidatori degli autobus in Giappone erano in giacca, cravatta e guanti bianchi, quì sono con le braghette corte, qualcuno anche con il cappello tipico australiano...
Hostess e Stewart della Jetstar con la polo...

Tutto però è rigidamente regolamentato: lo era anche in Giappone, ma lì qualche piccola trasgressione era tollerata. Quì ad esempio c'è divieto di campeggio libero, e sembra che siano severi nei controlli (quando Ture ha invece messo la tenda al Peace Memorial Park a Hiroshima e nessuno ha detto nulla...). Cioè: ho campeggiato ovunque dal Kazakistan fino a qua, e quì, nel sesto Paese più grande al mondo per estensione (di fatto un continente intero), non si può campeggiare...mah...

Ho come una sensazione di poca libertà...si vedono questi armadi di poliziotti passeggiare in coppia per le strade, ti ispirano la certezza che se c'è qualcosa che non va non te la fanno passare liscia...in Giappone invece sembravano aver paura di fermarti, spaventatissimi dal non saper parlare in inglese...

I parcheggi moto ci sono, ovviamente tutti a pagamento, ma non si capisce come fare a pagare, o almeno io non l'ho ancora capito... poco male, per ora, visto che sono ancora a piedi purtroppo... Era programmato che dovevo prendere l'autobus per qualche giorno, ok, il problema è che non so ancora assolutamente nulla della mia moto! L'Agenzia che devo contattare per recuperare la moto è ancora chiusa per vacanze di Natale, riapre domani; la dogana riapre dopodomani!!! Mi sa che il Capodanno me lo devo purtroppo passare "a piedi"...

Le dimensioni dell'Australia mi sono state ricordate quando sono andato in libreria a cercare una mappa: la più dettagliata che ho trovato è in scala 1:4.000.000
Ma se la Russia era in scala 1:2.000.000 ed era già una scala esagerata!

La terza cosa che mi stupisce è la lingua: a parte ovviamente l'accento, che è diverso sia da quello inglese che da quello americano, quì hanno uno slang tutto loro. Ma così ricco di termini che è come una nuova lingua da imparare! quì ne vanno ovviamente orgogliosi, hanno magliette e libri sull'"Aussie Lingo"...



Ad esempio: la risposta a Thank You quì è "No worries".

Per le strade si vede multietnicità: sembianze orientali, occidentali, indiane, davvero di tutto. Rivedo gente di colore dopo non so quanto, dalla Turchia mi sa, o addirittura dall'Italia...

Le case sono anche qua tutte in legno, anche se l'architettura è completamente diversa da quella giapponese, e più simile a quella americana.

Si rivedono i cestini! grandi, per le strade. In Giappone erano introvabili! eppure lì era tutto pulito, nessuna carta per terra, nulla... Invece quì c'è sporcizia, si vede per terra, si "sente" pure, vicino alle fermate degli autobus, sulle panchine, etc.
Com'è possibile che dove non ci son cestini sia tutto pulito e dove ci sono sia sporco per terra?...non dovrebbe essere il contrario?...mah...forse dovremmo farci un esame di coscienza, anche pensando all'italia, ciascuno di noi...



La città di Brisbane è un grosso centro commerciale: il "centro" è di fatto un grande department store di non so quanti livelli, tutto attorno al quale le vie (disposte a "scacchiera") sono un continuum di negozi e ristoranti. Le piazze e gli edifici "storici" sono diversi da quelli a cui siamo abituati in Europa: si vede che hanno una storia "recente"...



Ora mi trovo nella State Library, unico posto dove posso scroccare internet per un po'...



Chissà quando potrò risalire in sella alla mia moto (sperando che smetta pure di piovere...) e riacquisire la sensazione di libertà per ora perduta...spero presto!

venerdì 17 dicembre 2010

L'avevo già scritto?...

Non mi ricordo se l’ho già scritto, ma qua vendono frutta e verdura “al pezzo”. Non a peso! Anche in Corea. Le mele sono tutte grandi uguali, spesso confezionate una ad una in una specie di cestino di polistirolo, le carote pure: tutte uguali. Kiwi, banane, non si pesa nulla. C’è un costo “al pezzo”. Che è elevato! Una mela costa un euro. È bella grossa, per carità, ma mi sembra che da noi ne vengano almeno due, o anche 3 con un euro, o sbaglio? Molte cose qui sarebbero “proporzionate” economicamente con il cambio euro/yen di un anno fa: le brioches costano mediamente 150yen, i biglietti dell’autobus 200yen, etc. Se con un euro si avevano 150 yen, come l’anno scorso, la cosa era sensata, ma così, con il cambio a 110, tutto sembra un po’ più caro. Per me che vengo con gli euro! Ma per loro, che guadagnano sempre in yen, non cambia nulla! Ad esempio mi dicevano che le Ducati costano sempre uguali, come l’anno scorso (sempre care, cmq…) Ma allora questo 30% sul cambio chi ce lo guadagna? La Ducati? I concessionari?

Qui guadagnano nettamente di più che da noi in Italia. Se vengono in Europa con lo yen adesso possono spendere… Mi dicevano che un nuovo assunto, sui 20 anni, prende circa 220mila yen, che son 2000 euro, e una persona di 30 anni prende circa 300mila yen, che sono 2700 euro circa… Da noi siamo a circa metà di queste cifre mi sa…

Al supermercato ci sono un sacco di piatti pronti, preconfezionati; fatti in giornata, ok, ma sono in confezioni assolutamente non sottovuoto, non sigillate, e questi prodotti non sono in frigo, ma esposti su tavolini o espositori a scaffale. Hanno la data e l’ora di produzione, e la scadenza è posta 10 ore dopo la produzione: e quello che non viene venduto? Si butta? Penso di sì, perché ci sono spesso offerte alla sera, di quello che sta per “scadere”, e comunque tengono costantemente monitorata la situazione, e cucinano solamente quello che manca dagli scaffali. Ci sono anche molte cose belle esposte all’aria, senza nessun “riparo” dal pubblico, sia le brioches che le cotolette impanate e fritte: sono esposte su dei vassoi nel bel mezzo dei corridoi dei supermercati, la gente si prende quello che vuole con delle pinzette e l’infila in sacchettini di plastica. Da noi non si vedono queste cose, da nessuna parte. Mi sa che per quanto riguarda l’igiene siamo tra i Paesi più avanti al mondo. Da noi tutto è esposto in frigoriferi, non direttamente a contatto del pubblico ma dietro i banconi, a meno che non sia confezionato, e tutto viene servito dagli “addetti al banco”. Da noi ci sono le tovaglie ai ristoranti, mentre qua, e in molti dei Paesi che ho attraversato (ma basta anche solo andar fuori confine in Francia…) le posate vengono messe direttamente sul tavolo… Poi hanno però all’ingresso di tutti i locali i dispenser di igienizzante per mani, e molti girano con la mascherina… contraddizioni che ci sono qua, noi ne avremo delle altre, di sicuro…

Le case giapponesi non hanno il riscaldamento, nessuna. E ne ho passate tante io in questi due mesi, di case… Solamente una ce l’aveva, in realtà: quella di Harry, ai piedi del monte Fuji. Ma in quartiere “in”, bellissimo, costruito da americani: infatti aveva il riscaldamento centralizzato ad aria calda, con bocchette convettive. Ma i radiatori come da noi non li vedo dalla Russia…

I giapponesi non si riscaldano, fondamentalmente. O meglio, usano un sacco di apparecchiature, ma le case non sono mai calde come da noi, o lo sono in maniera molto irregolare… Usano fondamentalmente le pompe di calore dei climatizzatori. E prima? I clima ci sono mica da tanto… Hanno delle stufette a kerosene nella stanza principale, dove si mangia. Queste sono anche supertecnologiche e completamente automatiche, non fanno assolutamente odore (o quasi…) però comunque si mangiano il tuo ossigeno nella stanza! E credo creino comunque umidità, trattandosi di combustione di idrocarburi… Oppure hanno il Kotatsu, tavolino elettrico (una volta a carbone) attorno al quale si riuniscono i membri della famiglia, seduti attorno a questo basso tavolo con una coperta sopra le gambe, riscaldata. Ci sono anche delle specie di coperte elettriche da pavimento, una sorta di riscaldamento a pavimento localizzato, ma a corrente…

Ci sono poi le vocine sul treno: che ti dicono di spegnere il cellulare in prossimità dei posti prioritari (per anziani e donne in cinta), che ti dicono di stare attento perché il treno potrebbe avere degli scuotimenti! che ti ricordano di non dimenticarti nulla sulla carrozza (beh, questo però mi serve sempre…). E delle scritte, sugli schermi, che dicono che si è in uno stato di all’erta, che bisogna comunicare alle autorità se si vede quasiasi cosa di sospetto…

In ogni caso questo Giappone mi stupisce per questo bel tempo che c’è ancora: nonostante stia giustamente iniziando a far freddo (questa notte siamo andati sotto zero) di giorno c’è un sole splendente, anche oggi. Che riscalda la giornata e gli animi, ma che scende purtroppo alle 4 del pomeriggio… Qui siamo a 35 gradi di latitudine nord, la stessa di Lampedusa per capirci…, quindi giustamente fa un po’ più bel tempo rispetto alle nebbie padane a cui sono abituato io…

Non ho ancora deciso nulla per l’aereo: vorrei visitare il Palazzo Imperiale, aperto durante l’anno solo il giorno del Compleanno dell’Imperatore, che è il 23 dicembre. E non so se passare il Natale in Giappone o in Corea. In Giappone non ho nessuno con cui passarlo, perché Paco è fuori il weekend con amici coreani. In Australia tanto meno.

Ma in Australia posso passarlo in spiaggia a prendere il sole almeno…

giovedì 16 dicembre 2010

Marien Tower

Questa mattina partenza alle 08:00, Paco mi accompagna in macchina alla vicina stazione, a 3km da casa.




Da quì prendo il treno locale, tre fermate per Nagareyama Otakanomori, dove posso cambiare per la Tsukuba Express Line, una linea privata che porta a Tokyo. In treno sono in piedi, è ora di punta, i pendolari che si muovono verso Tokyo lo affollano. A fianco a me un ragazzo in maniche corte, ascolta musica con le cuffie, e suda vistosamente: ma come? Se fuori sono 5 gradi e io ho quasi freddo con il pile? Seduto di fronte a me un uomo si agita, ha addirittura degli spasmi, gli manca il respiro. Non so se fare qualcosa, ma fortunatamente, nell’indifferenza quasi generale, prende l’iniziativa un giapponese, che chiede al poveretto cosa c’è che non va, lo fa sedere più comodamente, e lo rassicura. Chiedo informazioni: è agitato perché ha un colloquio di lavoro tra un paio d’ore, in città. Sono sei mesi che è senza lavoro, e questo gli crea non pochi problemi psicologici. 

Questa storia non può non farmi pensare alla mia situazione: anch’io sono senza lavoro da sei mesi, ma perché mi sono licenziato io… E adesso sono in giro a vedere il mondo… Incredibile come ad uno stesso evento si possa reagire in maniere molto diverse… questo conferma come nella vita, nella maggior parte dei casi, le cose dipendano più da come ci atteggiamo noi a viverle, che dai fatti oggettivi che accadono.

In mezz’ora sono ad Akihabara, quartiere “elettronico”, dove sono concentrati i maggiori department stores dell’alta tecnologia: se si vuole acquistare un pc, l’ultimo modello di fotocamera o una macchina per cuocere il riso, qui c’è da perdersi. Alla stazione mi faccio regalare il solito pacchettino di fazzoletti pubblicitario: questa volta sembra la pubblicità di una chat per soli maggiorenni, altre volte magari di un parrucchiere per signore. Prendo una brioche in una delle tante panetterie francesi, anzi no: questa volta prendo un croque monsieur. Sono delle catene (Vie de France, Paris Baguette, etc.) dove vendono brioche, pasticceria varia, pane. Non a buon mercato, ma cose gustose, e sempre meno care che da Starbucks. Non riesco mai a non cedere alla tentazione di un dolcetto, o al profumo del pane, che qua in Giappone c’è altrimenti solamente come fette da tostare.

Prendo la JR line (Japan Railways) per Kawasaki, dove prendo poi l’autobus che dalla stazione conduce al porto. Il tutto in due ore e mezza nette, 12 euro di biglietti, circa 60km direzione sudovest.

Neanche mezzo km a piedi e sono di fronte alla banchina, dove vedo ormeggiata l’imponente Spring Wind, cargo battente bandiera di Hong Kong, con cui la mia black eagle navigherà verso il Paese dei canguri. 




Chiedo informazioni agli addetti. “E’ tutto ok? La moto è stata già caricata? Io sono qui per riavere il mio Carnet!” Mi dicono che la moto è stata ispezionata ieri e tutto è ok, ora si trova nella banchina in attesa di essere caricata. Cerco di trovarla, per scattare una foto, ma non posso accedere alla zona di carico. L’assistente della Nippon Express fa un paio di telefonate, dice che la moto è già stata caricata, e dice che non possono darmi il Carnet adesso: i documenti devono essere ancora controllati dal Capitano della nave, e poi devono passare nuovamente in dogana. Mi pareva impossibile che potessero restituirmeli oggi, come mi aveva detto l’agente via email… Insisto per averli in giornata, perché per me è difficile ritornare domani, Noda è distante da qui. Inoltre voglio avere il Carnet quanto prima: non appena sono certo che tutto è sistemato qua in Giappone posso prenotare il volo per l’Australia, e prima lo faccio meglio è, visto che i prezzi in questo periodo potrebbero lievitare di giorno in giorno…

Miki San è molto gentile, mi accompagna in macchina ai loro uffici, e cerca di fare in modo di farmi avere i documenti oggi. Come tutti i giapponesi dice “maybe”: loro non si sbilanciano mai (almeno non “in positivo”, perché a dire “impossible” ci riescono benissimo…) Mi offrono un caffè, e mi invitano a ritornare dopo due-tre ore in ufficio da loro. Nel frattempo, preoccupati di dove io possa andare e del fatto che fuori fa freddo, mi consigliano di salire sulla Marien Tower, dove mi trovo ora, e mi ci accompagnano pure! 



A volte (spesso…) mi innervosisco per la difficoltà a comunicare con i giapponesi, per la loro frequente mancanza di intuizione (se vogliamo usare un eufemismo…), per le loro grossissime difficoltà a parlare inglese (vogliamo chiamarla timidezza?...chiamiamola timidezza…) Molte altre volte però questi giapponesi mi stupiscono, per la loro gentilezza, che potrebbe anche essere solamente “di facciata”, conseguente ad un buon “addestramento” (loro sono sempre molto formali ed estremamente gentili in tutto, per educazione), ma che a volte è davvero incredibile. Ma chi glielo fa fare dico io? Comunque, grazie!

Apro una parentesi su questo, perché questi modi sempre così formali, questo sorriso gentile, questo tono mai alterato dei giapponesi, nascondono a volte (forse) una sorta infelicità di fondo… una sorta di insoddisfazione personale che ciascuno di noi, chi più chi meno, ha provato almeno una volta dentro di sé, nel profondo, ma che forse qui in Giappone ha più difficoltà a manifestarsi, perché viene incatenata di dentro da questa educazione così rigida, al punto che uno non può esternarla se non con gesti estremi… Infatti il Giappone detiene il negativissimo record di Nazione con più suicidi al mondo (forse è al secondo posto, non so, dopo la Finlandia…). Quindi, mentre per le strade si viaggia ordinati, tutti in fila, piano piano, e ci sono “solamente” 7000 morti circa all’anno (per una Nazione da 120 milioni di abitanti), quando invece in Italia ce ne sono mi sembra circa 30 mila (con metà abitanti…), quì devono risolvere un problema a mio avviso ancor più grave, perché da quel che ho sentito si parla di 30 mila suicidi l’anno… una cifra incredibile secondo me…  Per le strade si può aggiungere polizia, fare controlli più serrati, ma come si fa ad entrare nella testa delle persone? In questo caso è un sistema che dev’essere cambiato, ma questo sistema è radicato nella tradizione stessa del Giappone, dove il Harakiri è una pratica d’onore, addirittura (anche se ora non più corrente, per fortuna…). E questo è anche uno dei motivi per cui non mi sono innamorato di questa terra così lontana ed affascinante, dove tutto è controllato in maniera gerarchica, dove il lavoro si intrufola nella vita privata delle persone (i capi presenziano addirittura ai matrimoni, e ai posti d’onore…), le priva di tempo libero e a volte dignità. Una Nazione tra le più sicure del mondo, dove puoi lasciare le chiavi della moto sul blocchetto, e la porta di casa aperta, e stai sicuro che nessuno toccherà niente di tuo. Dove tutti hanno internet ad alta velocità sul cellulare, ma dove per un povero turista è impossibile trovare uno spot free wifi (ho passato ore a cercare di accedere ad internet col netbook, ma spesso tutte le 30 reti wireless che si “vedono” quando si accende il pc sono criptate...). Dove non si trova un parcheggio moto gratuito da nessuna parte (quì in Giappone c’è tutto, ma niente è gratis…) Dove non ci si può comprare una scheda sim per il proprio cellulare perché adottano un sistema differente da quello usato nella maggior parte dei Paesi…

Sono tutti retaggi di una Nazione che è rimasta chiusa al mondo fino ad un secolo e mezzo fa…

Mentre sto scrivendo queste righe, mi ritrovo circondato da una cinquantina di bambini, la solita scolaresca (è il periodo delle gite scolastiche!), tutti con cappellino giallo in testa. 



La guida si preoccupa di scusarsi, masticando qualche parola di inglese, perché la spiegazione potrebbe darmi fastidio, rispondo che non c’è problema, son felice di vedere tutti questi bimbi attorno a me. La Marien Tower è la sede della Dogana Portuale, dal decimo piano si ha una bella vista panoramica: a ovest c’è Yokohama, e con cielo limpido si può vedere il monte Fuji, ma oggi si vedono solamente le decine di ciminiere che sbuffano fumo bianco in cielo. 



A sud si vedono il porto, con le enormi gru carica container, e la baia, con decine di navi da carico ormeggiate. Ad sudest si vede l’enorme presa d’aerazione per il tunnel che attraversa la baia. 



A nordest la città di Tokyo, si vede bene lo sky tree e si intravede la Tokyo Tower. Migliaia le auto parcheggiate in attesa di essere caricate nelle enormi stive, che continuano a “mangiare” auto per ore senza mai riempirsi. Si vedono i “trenini” di 10 auto che partono dal parcheggio della Subaru, seguite dal pullmino che raccatta i piloti e li riporta alla base: altro giro, altra corsa!




Le auto e i camion si vedono muoversi piano, da qua sopra. Una musichetta di natale in sottofondo. Sembra di essere al Truman Show…
Ora vado a mangiare qualcosa al ristorante al nono piano (che il gentile Miki si era preoccupato di indicarmi), poi torno agli uffici, e speriamo di riavere il mio Carnet!

mercoledì 15 dicembre 2010

12/15

Quì la mia data di compleanno si scrive al rovescio: 12/15, anzichè 15/12 come ho sempre detto. Fa impressione. Ma qua vanno "dal grande al piccolo", in tutto: le date sono 2010/12/15, si scrive sempre prima il cognome e poi il nome, etc. Il contrario che in italia (e in gran parte del mondo) insomma...

Oggi gran giorno! In cuor mio (e dei miei genitori) per il mio compleanno, ma di fatto perchè oggi sono andato a consegnare "le targhe"! ...ma non quelle della motooo! (che poi è una...) che avete capito?!? le targhe del Patrocinio del Comune di Morgano e della Provincia di Treviso! Una sorta di gemellaggio (non è di fatto un gemellaggio però...), un segno di amicizia diciamo.




Quindi, son andato in Ambasciata Italiana per le ore 15, ho fatto due chiacchiere con un Carabiniere, poi ci siamo recati in macchina, con autista, nientepopodimenoché al Governo Metropolitano della Città di Tokyo! (semo 'ndà in Comune insomma...)
Dico "siamo" perchè mi hanno accompagnato (e scortato, e presentato, etc. etc.) due "componenti" dell'Ambasciata (il primo segretario e un "veterano" dell'Ambasciata di Tokyo).
Eravamo in tensione per il traffico, perchè qua se si arriva in ritardo si offendono... altro che in Italia, dove vige il "quarto d'ora accademico" di ritardo... inoltre avevamo a disposizione solamente una "finestra" di 20 minuti... Insomma, alle 16 eravamo puntuali all'ingresso del mega grattacielo del Comune, ci accolgono, strette di mano varie, saliamo nell'ufficio del "Boss" e ci accomodiamo. Non pensate a saloni con il soffitto alto, il marmo per terra, l'eco... l'ufficio è un open-space, ma quando dico open-space intendo che è quasi tutto un piano dell'edificio con non so quante persone che lavorano una a fianco all'altra! (e davanti, e dietro...) L' "ufficio" del Responsabile che ci accoglie (Direttore dell'Ufficio Internazionale) è ricavato con 4 paretine mobili, tipo separé, in un angolo.
Introduzione della visita (e del mio viaggio) da parte del primo segretario dell'Ambasciata Italiana, mi vengono rivolte alcune domande in Giapponese, rispondo in inglese (previa traduzione della domanda ovviamente...) ci offrono un the, e non si fa neanche a tempo a berlo che è ora di andare via... Aspetta che vi consegno ste targhe almeno!
Consegno le targhe, quattro foto, un po' di sorrisi, qualche inchino, altre strette di mano, e ci si congeda. Mi fanno anche qualche regalino: un fermacarte, qualche portachiavi, il tutto in una borsa della città di tokyo (nelle targhe c'era scritto Tokio...mannaggia...)



Noi abbiamo farcito un po' la cosa, pompando un po' sul fatto che ho usato una moto giapponese, richiamando addirittura nomi illustri come quello di Marco Polo, etc...



E' stata comunque una cosa simpatica, e son stati gentili.
Al termine della visita, ci hanno accompagnato al QUARANTACINQUESIMO PIANO del palazzo, da cui si ha una vista spaziale della città: i palazzi che da sotto si vedono altissimi da qua li si vede dall'alto!



è il terzo edificio più alto della città, si vede davvero lontano lontano, gli immensi parchi della città sono delle macchie di verde sullo sfondo, la Tokyo Tower sembra quasi piccolina, laggiù in fondo...



Facciamo un'altra foto di gruppo per lasciare un segno dell'incontro.



Grazie a tutti per questo piacevole incontro. Ai componenti dell'Ambasciata che hanno da subito sposato l'iniziativa, e si son mossi in fretta per portarla a compimento in breve tempo. Al Moto Club Spinea per tutto il supporto. Al Comune di Morgano e alla Provincia di Treviso per il Patrocinio e per le targhe.

La giornata volge al termine ed io devo decidere che fare, per questa serata del mio TRENTATREESIMO Compleanno: cercare un ostello in centro a Tokyo, andare da solo in qualche locale costoso, a bere (ma io non bevo!), a fumare (ma io non fumo!), a farmi fare gli auguri "a pagamento" da qualcuno!?
Sono a Shinjuku, una delle stazioni più grandi del Giappone, e del mondo. Che direzione prendere?
Decido di tornare a Noda, a 40km NordEst di Tokyo, da Paco e la sua famiglia, che mi stanno gentilmente ospitando. Compro una torta gelato da Baskin Robbins, la tagliamo e la mangiamo assieme.




Domani sveglia presto: vado al porto a ritirare i documenti della moto. Meglio andarsi a riprendere di persona il Carnet de Passage, anzichè farselo spedire da qualche parte...

Buon COMPLEANNO Christian!!!

Happy birthday!
Feliz aniversário!
 С днем рождения!
¡Feliz cumpleaños!
生日快乐!
お誕生日おめでとうございます!
Alles Gute zum Geburtstag!
Wszystkiego najlepszego z okazji urodzin!
 Boldog szülinapot!
Van harte gefeliciteerd!
Srecan ti rođendan
La mulţi ani!
Doğum günün kutlu olsun!
 Grattis på födelsedagen!
 Hyvää syntymäpäivää!
 יום הולדת שמח!
Gratulerer med dagen!
 Všetko najlepšie!
 Sretan rođendan!
 عيد ميلاد سعيد
Id Milad Saiid
Χρόνια Πολλά!
Note: Literal meaning = Many years.
 생일축하합니다