domenica 18 luglio 2010

Khojand-Tashkent

14/07/2010  200km

Sembrava che la tappa di oggi dovesse essere una passeggiata… una sorta di “passerella finale” come era l’ultima tappa del Giro a Milano. E invece…

Immaginatevi di essere a Trieste e di dover andare in Slovenia, e che non ci sia nessun segnale stradale che indichi Slovenia, o Lubijana… Cosa fate, iniziate a chiedere in giro, no?

Vuoi vedere che nessuno sa indicarmi la direzione per l’Uzbekistan? o per Tashkent? Dovreste vedere le facce stralunate di alcune persone a cui ho chiesto, proprio come se avessi chiesto indicazioni per la luna…come se non avessero mai sentito quei nomi…eppure non mi sembra che possano avere pronuncia così ambigua… Dopo un po’ qualche ragazzo mi indirizza nella direzione corretta, e un paio di tassisti mi danno la dritta finale; io continuo però a chiedere, ad ogni svolta, nonostante sembri ormai “chiara” la strada (pur sempre senza cartelli…), per sicurezza…

E’ curioso come ben 3 ragazzi a cui ho chiesto informazioni mi indicassero di svoltare a sinistra dicendo "destra” (“prava”), al che io chiedevo conferma, e si correggevano… ma guarda te se mi tocca anche questa…ma legatevi un fazzoletto sulla mano destra per favore!

Mi ritrovo quindi in una superstrada, deserto a destra e deserto a sinistra, con tanto di casello di ingresso, dove chiedo ai casellanti informazioni sulla distanza della frontiera: mi dicono circa 17km, ma non mi fido…e infatti… io continuo e continuo, i km scorrono, ma non si vede nulla, nessun cartello, e neppure traffico pesante, solo qualche macchina. Ma dove porta questa strada? Nel Garmin ovviamente non c’è, ma sembra questa strada che porta a nord, questa che c’è qui nella cartina, dove non è indicata nessuna frontiera, ma che invece sembra proprio portare alla frontiera indicata nella guida…

Ogni 10km io chiedo e mi confermano che la frontiera c’è, e infatti dopo circa 100km c’è davvero, d’improvviso, solita oasi nel deserto. Mi sento tranquillo, ora posso finalmente uscire dal Tajikistan, dopo 10giorni. Oggi è l’ultimo giorno disponibile dal Visto. Ho corso come un pazzo per rispettare questo visto, e vedere comunque un pezzetto di Pamir… Devo dire che sono stato fortunato, che è andato tutto bene, che soprattutto non è mai piovuto… Ok dai, un paio di formalità in frontiera, e poi sono “salvo”, finalmente potrò riposarmi un po’ a Tashkent… Posso salutare il tricolore tajiko (che sembra la bandiera italiana ruotata di 90°) che mi ha accompagnato per tutti questi giorni, perchè di bandiere ce ne sono davvero dappertutto, in ogni paesino, in molti ponti, negli edifici pubblici: anche dove le strade fanno schifo e le case cadono a pezzi, le bandiere tricolori tajike garriscono, nuove (non come quei brandelli che si vedono a volte in Italia…).

Mannaggia a me che avevo da poco dichiarato che non mi avevano mai fatto aprire manco una cerniera delle borse alle frontiere… Alla frontiera Tajika mi hanno fatto togliere tutti i bagagli, e li hanno ispezionati a mano… Perdita di tempo e stress… ok, rimonta tutto, qualche centinaio di metri, ed ecco il cancello dell’Uzbekistan. Chiuso. Un sacco di persone che aspettano fuori, in piedi, ferme, sotto il sole. Che succede?

Un ragazzo che mastica un po’ di italiano (ha lavorato un mese in italia) mi dice di chiedere di passare avanti, come turista… Lo dico anche agli americani, un gruppo di 6 americani che sono appena stati lasciati dalla guida tajika, e che troveranno la guida uzbeka aldilà della frontiera, ma che ora sono in “terra di nessuno”, soli… Si prova a passare quindi tutti assieme, ma nulla… Aspettiamo sotto il sole cocente per più di un’ora…

Gli agenti uzbeki non sono mossi a compassione da nulla, né dai bambini che piangono, né da uno degli americani, circa settantenne, che lamentava difficoltà fisiche; sono lì che si rigirano i pollici e dicono che c’è coda, dall’altra parte, nell’edificio successivo…

Ad un certo punto dicono a me, quello con la moto, di passare. Per primo, che culo! passo però solo avanti alla “casella” successiva, infatti all’edificio successivo devo fare 4 passaggi in 4 “uffici” diversi, che non vi sto qui a descrivere minuziosamente (dichiarazione, timbro passaporto, carta di transito per la moto, altra registrazione per la moto) e poi noooo…scatta di nuovo la perquisizione dei bagagli, qui ancor più minuziosa: tutte le valigie al metal detector, poi aperte una ad una da un funzionario curioso che mi chiedeva info su tutto! e che voleva gli regalassi ogni cosa… e poi, dulcis in fundo, arriva “l’unità cinofila”, che si annusa tutto, bagagli e moto…che stress…

Mi sa che sono ormai passate 4 ore dal mio arrivo in frontiera, ma ora sono fuori!!! non ce la faccio veramente più, stavo proprio per perdere la pazienza… Appena uscito cerco dell’acqua, perchè la mia ha ormai raggiunto la temperatura ambiente (40 gradi…) e vi assicuro che l’ho bevuta lo stesso, in frontiera, piuttosto che morire disidratato, è andata benissimo… Cambio dei dollari, e sono sorpreso dal cambio a 2150 som/$ (contro i 1600 che mi cambiarono a Bukhara e Samarkanda…); scoprirò poi a Tashkent dell’esistenza del “mercato nero”, che cambia a circa 2200…

La polizia mi vuole fermare, ma per curiosità, per fare due chiacchiere…ma io non ho tempo da perdere!!! vado un po’ avanti, verso Tashkent, mi mancano 100 (“sto”) km. Ho fame, mi fermo e mangio i biscotti che mi sono rimasti, in un solito posto dove non c’è nessuno, ma dove come al solito si ferma subito poco dopo qualcuno…le domande sono sempre le stesse ormai (dedicherò un post apposito a questo…) e la mia pazienza è ai ferri corti… riparto e vado avanti, ma ora si presenta il problema benzina: sembra che, come quella volta a Samarcanda, i distributori siano tutti chiusi. Ma non è domenica, e non è neanche poi così tardi nel pomeriggio. Come mai? quelli aperti hanno solo la “80”… decido di andare avanti, anche se in riserva, perchè di autonomia comunque ne ho ancora un po’, e faccio la 80 solo in caso estremo; mi sto avvicinando ad una grossa città, vuoi proprio vedere che… e infatti, per fortuna o per perseveranza, alla fine ho trovato un distributore, che non solo aveva la 91, ma pure la 95… solita richiesta in litri (e non in denaro) e anche questa è fatta.

Continuo il mio avvicinamento alla capitale, ma ad un certo punto la fame mi assale, e trovo un posticino dove stanno cucinando Shashlik a bordo strada. Non è male, mi fermo e mangio due ottimi spiedini di carne, che alla fine pago neanche 2 dollari… Tanto ormai mancano solo 30km, anche se la strada non è proprio un biliardo e sono le 6 di sera, sembra ormai fatta…

DSCN2451

Arrivo finalmente a Tashkent, ma trovare il centro è un’odissea: la cartografia come al solito mi aiuta solo parzialmente, i segnali stradali sono inesistenti, devo quindi chiedere, come sempre…

Chiedo in un paio di Hotel, che sparano cifre esorbitanti (160$!!!) mi faccio indicare un hotel economico, che fatico a trovare e che mi spara 60$…mi faccio indicare un posto più economico, poi lancio la mia proposta di 40$, chiedono al direttore e accettano.

Passo quindi la notte all’Hotel Expo, dietro la Fiera di Tashkent, che è in posizione centralissima. La camera è ottima, il bagno mi sa il migliore trovato dall’inizio del viaggio. Peccato per il wi-fi, che c’è, ma la connessione internet chissà come mai no. Mi fanno usare il pc della reception, ma è il pc più lento che abbia mai usato in vita mia, più lento del vecchio pentium 100 che mi aveva “prestato” cobra, si digitava una lettera, un solo tasto intendo, e si dovevano aspettare alcuni secondi perchè comparisse a video… riesco a mandare un’email in mezzora, quindi desisto e vado a letto.

Non prima però di trovare una sistemazione per la moto: sono stupefatto che, nonostante entrambe le vie di accesso al parco fiera siano sorvegliate da guardie, mi dicano che non è sicuro lasciare la moto fuori di notte. Mi invitano a metterla nella hall, come al solito, ma questa volta la rampa di gradini non è “solo” da 4, come a Khojand, ma da una decina…e pure in “curva”… non si può, non ci provo neanche…loro pensano che la moto pesi 50kg… alla fine me la fanno mettere in ristorante, entrando dall’ingresso posteriore… e vi racconterò nel post di domani quale piacevole sorpresa troverò l’indomani mattina…

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