venerdì 6 agosto 2010

Una settimana ad Almaty

eccoci qua, è già passata una settimana da quando sono arrivato in questa città, che mi ha inizialmente accolto con quel postaccio di dormitorio, e che invece poi ha continuato sull’onda della estrema cordialità e disponibilità kazaka, ad aiutare gli altri.

E’ davvero incredibile: è ormai una settimana che sono ospite a casa di Ilya a Olga, mi sono preoccupato di cercare un altro posto, dicendo loro che mi sembra giusto non approfittare troppo della loro gentilezza, e raccontandogli il modo di dire italiano (o veneto?) che “dopo tre giorni, l’ospite, come il pesce, puzza…”

Hanno insistito a tal punto che sono riusciti a convincermi che davvero sono felici se rimango a casa loro, quasi capendo il mio desiderio di “indipendenza” nel voler cercare un altro posto, come a dire: scusa se non ti lasciamo abbastanza libertà…

Mi continuo a chiedere come mai queste persone, due semplici ragazzi di 25 e 22 anni, mi stiano così aiutando: si aspettano qualcosa in cambio? No! sono così annoiati dalla vita che gli creo un bel diversivo? No! sono una coppia novella, felici, in un bell’appartamento nuovo, hanno un bel lavoro, progetti, amici, etc.

Ilya è l’Ingegnere della Philips in Kazakistan. E notate bene che l’articolo è determinativo. Ebbene sì, perchè è l’unico Ing., è lui che ha progettato l’impianto di illuminazione di Medeu, lo stadio del ghiaccio più grande dell’Asia Centrale, dove si svolgeranno le prossime olimpiadi invernali asiatiche… E’ davvero un grande.

Chi glielo fa fare quindi di ospitarmi in casa loro per tutto questo tempo? Se all’inizio mi ero stupito, ora faccio davvero fatica a concepirlo, si vede proprio che la nostra cultura è diversa dalla loro. Io continuo a ringraziarli, gli ho preparato una cenetta e una colazione italiane (ho trovato la pasta Barilla e la mozzarella Santa Lucia!!!) e gli ho fatto un regalino, ma rimane sempre niente rispetto alla loro gentilezza nell’ospitarmi. Spero un giorno di poter ricambiare loro questo favore. Anche se so che loro non lo stanno facendo per questo.

Vi comunico che, infine, ho il mio Passaporto, con estensione del Visto di 2 settimane, fino al 21 agosto. Alla fine, il 6 sera: domani sarei stato “clandestino”. Mi sono fidato di Yeldos, e lui non mi ha tradito. E alla fine ho speso 50$ al posto dei 300 che mi aveva chiesto l’Agenzia! Senza nessuna garanzia… Bene!

Domani arriva Ture, poi la sett prox dovremo fare i visti (mongolo per entrambi, e russo per lui – pagheremo le procedure di urgenza…) e risolvere le varie rognette che ha la sua moto, poi si parte!

Io intanto oggi ho cambiato l’olio, dopo 11000km abbondanti. Ho messo un Liquimoly 10W50, non male. Ora sono alla caccia delle gomme per Marco: l’anteriore l’ho trovato, ma il posteriore sembra proprio non esserci in tutta Almaty, bella rogna…

Buonanotte.

sabato 31 luglio 2010

Meetings in Almaty

Sono rimasto indietro con un po’ di post, ma prima parlo del presente, poi tornerò indietro.

Vi parlo di persone stavolta, non  di luoghi, perché è quello che mi sta rimanendo di più da questo viaggio.

E’ spaziale perché faccio quasi fatica a darmi il giro tra sms e telefonate con gente incontrata in Kazakistan! Quotidianamente mi scrivono e/o mi chiamano Zhomart e Yerjan, i ragazzi incontrati a Shymkent, poi oggi dovrò chiamare Zaur, con cui sono in contatto via sms: è il cognato del fratello di Airat, siamo stati una giornata assieme nella villa di Airat a Tashkent. Lui lavora qui ad Almaty, per la SAGEM (sono gli importatori e distributori Kazaki), e mi aveva detto che quando sarebbe arrivato ci saremmo incontrati: arriverà oggi, da Tashkent. Parla pochissimo inglese, vedremo come faremo…

Poi qui ho incontrato Ilya, un ragazzo che Ture ha contattato tramite couchsurfing, e mi ha passato il suo numero; è un “light engineer”, lavora per la Philips ad Almaty. Siamo stati assieme durante la sua pausa pranzo ieri, poi ieri sera siamo venuti nella sua casa di campagna, 30km a sud-ovest di Almaty, abbiamo cenato, assieme a sua moglie, una coppia di amici, e una ragazza tedesca che stanno ospitando; abbiamo giocato a UNO (portato dalla Germania da Julia) e a vari altri giochi, infine ho passato la notte ospite a casa loro. Tutti davvero molto gentili, ed entusiasti di conoscere sempre nuova gente.

Ilya è sposato: sua moglie Olga ha 22 anni, ha studiato a San Pietroburgo. Julia ha studiato russo in Germania, poi ha fatto 7 mesi di scambio culturale in una città nel Kazakistan dell’est, è tornata in Germania 3 mesi, e ora è qua per uno stage di 3 mesi ad Almaty. E ha ora soli 23 anni. Gli amici di Ilya sono Dimitri e Tanya, una coppia di cari amici con cui hanno condiviso molte esperienze. Si parla in inglese, principalmente, ma molte volte loro parlano in russo, poi Julia mi traduce. Sanno tutti abbastanza bene l’inglese, eccetto Tanya che lo sa un po’ meno. Mi “stupisco” però che non sappiano il kazako: qui la popolazione è “divisa” in russi e kazaki. Durante la dominazione sovietica ci sono stati molti mix etnici: ad esempio il padre di Olga è ucraino, mentre il padre di Ilya è russo. Chi non ha origini kazake non sa il kazako, a scuola si possono scegliere le classi con lingua russa o kazaka. Ho chiamato Yerjan, e gli ho detto che qui non conoscono il suo gruppo! (che doveva essere famoso in tutto il KZ…) Lui mi ha risposto che è normale, se sono russi, che non lo conoscano!

La serata è proseguita con plov, kvas (tipica bibita russa, non alcolica, ma simile alla birra,leggermente gassata, che mi aveva fatto assaggiare anche Ali in Iran!) e arbuz (o yagoda), che è l’anguria.

Vi dovevo parlare degli australiani: ieri sono stato a fare colazione da Coffeedelia, una caffetteria alla moda, un posto cool di Almaty, dove c’è wi-fi, e una colazione costa come una cena a Taraz… Il posto è indicato sulla Lonely Planet come il “migliore” di Almaty, e infatti vi ho incontrato 2 australiani, moglie e marito, anche loro giunti sul posto su consiglio della guida. Ho appena finito di fare colazione e controllare le email, sto per andarmene verso l’Ufficio Immigrazione, e vedo un Transalp (modello nuovo) parcheggiato davanti alla caffetteria: non ci metto molto a trovare i proprietari, la coppia di australiani appunto. Ci presentiamo, e scopriamo le nostre carte, i nostri reciproci piani di viaggio. E’ incredibile: stiamo facendo lo stesso viaggio, in direzioni opposte! Loro sono partiti dal Giappone e vogliono arrivare in Europa, probabilmente Spagna. Hanno passato la Russia orientale e la Mongolia. Io sono entusiasta, vorrei informazioni, hanno detto che hanno molte foto da farmi vedere, a me queste info sarebbero utilissime, perché sono un po’ impaurito proprio dalla Mongolia e dall’estremo est della Russia, ma devo assolutamente andare per cercare di risolvere il problema del visto! Anche loro vogliono info sul Turkmenistan. Ci scambiamo quindi gli indirizzi email e ci diamo appuntamento per la sera, alle 18.00, stesso posto.

Poco dopo, mentre mi sto congedando con gli australiani, vediamo arrivare un BMW, che si ferma alla caffetteria, pure lui. Scende, con la lonely planet aperta sulla borsa da serbatoio. Lo chiamiamo al nostro tavolo, ovviamente. E’ Andrej, un finlandese che ha lavorato 3 anni in corea, e ora sta tornando a casa. E’ infatti su advrider.com come longwaybackhome. La sera stessa sarebbe andato a Bishkek, per poi proseguire per il Pamir, e poi tornare su, non so per quale strada, direzione Finlandia.

La sera, dopo vari giri e svariati km percorsi a piedi (Ufficio immigrazione, Agenzia Viaggi, Consolato Kyrghyzo, Agenzia Viaggi di nuovo…) sono tornato al Coffeedelia, e ho aspettato gli australiani per oltre un’ora, invano. In compenso, ho fatto un incontro straordinario: viene a sedersi al mio tavolo Adam, un ragazzo Israeliano, che è ora diventato il mio mito, scalzando tutti i miei precedenti miti. Ebbene, Adam è partito da Israele ben 17 mesi fa, con un BMW, ed è ancora in viaggio!!! Ha dapprima circumnavigato l’Africa in senso antiorario, fino in Etiopia, poi è passato in India, Nepal, ha fatto tutto il sudest asiatico ed è arrivato in Giappone. Ha detto che il Giappone è fantastico. Da quel punto ha percorso anch’egli il mio stesso percorso in senso inverso. Ha incontrato gli Australiani a Ulanbator (e hanno tirato buca anche a lui all’appuntamento) e poi li ha incontrati stamattina ad Almaty, e anche lui ora li sta aspettando… Avrei un milione di cose da chiedergli! ma come al solito, è incredibile, non ho tempo! Ilya mi sta aspettando dall’altra parte della città, e sono già in ritardo! Ho impostato sul gps casa sua, ma poi dobbiamo andare insieme nella sua casa di campagna!!! mi devo per forza salutare con Adam, con la promessa di rivederci, ha un sacco di informazioni da darmi, ha una mappa dettagliata della Mongolia per il Garmin, e ha info sulla Mongolia! Mi ha consigliato alla stragrande la via centrale, in Mongolia, anziché la settentrionale o la meridionale, che avevamo deciso di fare io e cobra su consiglio di un tour operator incontrato a gennaio in fiera a Padova. Praticamente la stessa via che mi ha detto che farà Michele, con la sua Tata al Mongol Rally. Mi ha detto che i panorami del centro della Mongolia sono stati la parte paesaggisticamente più bella di tutto il suo viaggio. Gli devo assolutamente credere.

Scambio di numeri telefonici, e via verso casa di Ilya. Durante il tragitto però vedo due moto in senso opposto, ci giriamo e ci fermiamo. GB sulle targhe. Great Britain. Sono due moto, due fidanzati, che stanno andando in Nuova Zelanda. Passeranno per la Cina, stanno raccattando gente per strada per dividere le spese della guida, obbligatoria in Cina; sono arrivati ad essere già in 8, tra cui 2 italiani, con appuntamento al confine con la Cina. Mi chiedono se voglio aggregarmi. Per sta volta passo, ma mi piace vedere come cose apparentemente impossibili (viaggiare in Cina) siano in realtà fattibili, e come sarebbe bello anche partire da casa senza programmi, e prendere in corsa “i treni che passano”. In parte lo sto anche facendo. In parte. Mi danno una dritta incredibile su un posto dove posso sistemare la moto ad Almaty: loro hanno cambiato le gomme, delle Metzeler che si sono distrutte dall’Inghilterra a qua, dopo “soli” 8000km. Devo andarci per ordinare le gomme per Ture! Anche qui, saluti superveloci, e scambio di email.

La storia prosegue poi dall’inizio del post: mi sono incontrato con Ilya e siamo andati assieme alla sua casa di campagna, dove ora sono.

Oggi abbiamo fatto colazione, ho scritto questo post, un po’ di chiacchiere, pranzo, ho mostrato le mie foto e i miei video, Julia mi ha mostrato le sue foto dei suoi 7 mesi in kazakistan, poi abbiamo giocato a “loto”, praticamente a tombola, solo che si vince se si fa cinquina sulla terza riga della cartella; sulla seconda si prende metà del piatto, sulla prima tutti devono rimettere il piatto, che quindi aumenta, e non esistono terna e quaterna.

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In questo momento sono all’Eldoro cafè, altro caffè “in” di Almaty, mi sto mangiando praticamente una Sacher, e sto aspettando Adam! Ci scambieremo delle mappe gps, spero, e mi darà info sulla Mongolia! Nel frattempo la mia decisione latita, ma devo prima parlare con Adam, perchè lui domani va a Bishkek, magari ci troviamo là! Oppure forse non ha senso fare tutti sti giri e spendere tutti sti soldi per visitare meglio il Kazakistan? Posso aspettare Ture in Russia… Adam mi ha tranquillizzato che in Russia sono ancora più ospitali che qua, e Julia mi ha detto che il servizio sanitario, pur rimanendo pessimo rispetto ai canoni europei, è molto meglio in Russia che in Kazakistan…

Allo stesso tempo, in un viaggio di questo tipo, pur cercando sempre di non “sperperare” per non prosciugare anzitempo il conto in banca, non ha neppure senso fare troppi conti economici, tanto il “totale” sarà enormemente elevato comunque… Sto anche considerando il consiglio di Carlo, che mi dice: anche se non vedi qualche cosa, durante il viaggio, nel complesso stai vedendo tante di quelle cose che una più una meno non cambia…

A presto, su questa stessa rete…

venerdì 30 luglio 2010

Almaty

Saluti a tutti, la situazione è la seguente: il mio visto Kazako scade il 6 agosto, non è vero che vale un mese dall’ingresso, quel gentile doganiere mi aveva illuso…

Quindi ora le soluzioni possibili sono tre:

1) me ne vado di corsa dal Kazakistan, il tempo c’è, anche se devo fare di corsa. Non visito quasi nulla, mi perdo lo Sharyn canyon, ma partendo lunedì mattina, entro il 6 sono fuori. Questa soluzione però non mi piace, perché vorrei fare le cose con calma, e poi vorrei aspettare Ture: è partito ieri da Teheran, oggi in teoria dovrebbe essere entrato in Turkmenistan, e ha programmato di essere ad Almaty l’8 agosto; sarebbe bello aspettarlo qua e andare avanti assieme.

2) estendo il visto kazako: il problema è che non è possibile! Sia alcune agenzie, che la stessa polizia mi dicono che non è possibile estendere il visto, a meno di gravi condizioni di salute. Un’agenzia però stamane mi ha detto che con 300$ mi fa un “exit Visa”, che non so neanche cosa sia, se sia legale o meno… Mi andrebbe anche bene, anche se la cifra è enorme (il visto kazako in Italia l’ho pagato 30$…) solo che questo pomeriggio mi han detto che non possono… io ho insistito, e la possibilità si è riaperta…non ho capito se è una questione di soldi, se devono inventarsi che sono in fin di vita, non lo so. Solo che mi han detto di ripassare martedì mattina, e mi dicono se è possibile o meno. Ma martedì mattina è già troppo tardi per me, per poi uscire dal Paese entro il 6…

3) la soluzione numero tre è la più assurda, ma è quella che mi han consigliato in molti. E’ la stessa che ho usato per avere il secondo visto uzbeko: andare all’estero e farsi un altro visto di ingresso. Il problema è che “estero” significa Kyrghyzistan, e io non ho ancora capito come sia la situazione là…avrò chiesto a 50 persone come minimo, e ho 50 pareri diversi… so che Burton è passato indenne, due australiani (ve ne parlerò) l’hanno incontrato in Kazakistan, al confine con la Russia… A Zhabagly mi han detto che ci sono 6 agenzie turistiche kazake chiuse, perché è pericoloso andare in KGY(o perché semplicemente la gente non ci va?). I tour organizzati sono bloccati perchè le compagnie non assicurano in questo periodo. C’è chi mi dice che sua nonna o la mamma di sua morosa sono andate a Bishkek senza problemi pochi giorni fa, chi mi dice che invece neppure i tassisti ci vanno perchè non si fidano; davvero, ho sentito di tutto e di più. Per tagliare la testa al toro, sono andato al consolato Kyrghyzo, e ho parlato con il console in persona. Mi ha detto che la situazione è tesa ma tranquilla, non si rischiano aggressioni, a Bishkek tutto normale, la regione del sud magari un po’ più tesa ma tranquilla. Tutte le frontiere sono aperte, eccetto quella più a est con il Kazakistan, a est dell’Issik Kul Lake. Mi ha detto che con 115$ mi fa il visto per andare in KGY (il mio, oltre a esser già stato timbrato, scadrebbe martedì…). Poi lì dovrei andare all’ambasciata kazaka, per ottenere un nuovo visto kazako. Quindi mi serve la LOI (Letter Of Invitation) che l’agenzia mi ha detto che mi fa con 70$, poi dovrei pagare il visto (circa 30$) a Bishkek, poi fare la strada andata e ritorno (da qua a Bishkek sono circa 250km) e starmene da qualche parte per 5 giorni a Bishkek e aspettare il visto, magari in un posticino sicuro (e quindi costoso…). Insomma facendo due conti lo scherzetto mi verrebbe a costare non poco…e ovviamente devo andare in KGY, che è comunque qualcosa di ufficialmente “non consigliato” dall’Ambasciata Italiana (a parte che sulle ambasciate ne avrei da dire…potrei riservare un blog apposito…)

Questi sono i dilemmi che mi assillano, e a cui penserò per un paio di giorni, aiutato da altri motociclisti e da altra gente che qua ho incontrato. E’ davvero incredibile e stupefacente quanta gente incontro, e quanta gente si offre di aiutarmi!

Ora mi “trasferisco”, perchè il dormitorio universitario dove sono stato la scorsa notte è davvero un posto lurido.

Buona serata a tutti da Almaty city.

domenica 25 luglio 2010

Tashkent – Shymkent

venerdì 23 luglio – 270km (Pubblico adesso questo post che non era stato possibile postare prima)

Qui in Kazakistan non riesco a visualizzare il blog per cui non posso risponedre ai commenti... ma scriveteli comunque!

La mattina faccio fatica ad alzarmi, ero andato a letto tardi effettivamente… Faccio colazione, arriva Airat (che questa notte aveva dormito in città) e si unisce a me. Lo pago, mi dà la registrazione, da inserire nel passaporto, e un itinerario di viaggio che avrei in teoria seguito in Uzbekistan, timbrato e firmato, se per caso dovessero “rompere le scatole” in frontiera. Airat saluta: va a Fergana con il figlio, lo accompagna a giocare ad un torneo internazionale di tennis.

Parto tardi, sono le 11 ormai, saluto quasi con commozione Rasul, lo abbraccio, mi dice di scrivergli (mi aiuterà Maria a scrivergli in russo!). Faccio il pieno, anche se so che poi la benzina costerà meno di metà in Kazakistan, ma ho ancora molti Som uzbeki, e poi meglio avere sempre una buona autonomia.

La frontiera sarebbe a due passi, pochi km sopra casa di Airat, ma purtroppo è aperta solamente ai pedoni: nessun mezzo di trasporto vi può passare. Sarei quasi tentato di provare lo stesso, magari una moto…ma mi fido, e parto verso sud, direzione Chinoz. Purtroppo devo attraversare tutta la città, essendo la casa di Airat a nord, e c’è molto traffico. Usciti dalla città, c’è una bella autostrada (per i canoni uzbeki, non italiani…) che punta a Samarcanda, Bukhara, Termiz. Dopo una settantina di km c’è l’uscita per Yallamah, il posto di confine, che arriva dopo pochi km. Quì le cose si fanno lunghe: prima una lunga coda per la dichiarazione, in due copie, ma quando arrivo finalmente al poliziotto, mi dice che come conducente di un mezzo di trasporto dovevo andare in un altro ufficio…dove invece l’addetto è a pranzo… aspetto, e poi mi fanno ricompilare la dichiarazione, perché comunque l’altro poliziotto le aveva già timbrate entrambe… Non mi consegnano nulla, nessun pezzo di carta e nessun timbro, per il fatto di aver consegnato le dichiarazioni e le carte della moto… Vado quindi a far timbrare il passaporto (altra coda, ma mi fanno passare avanti…) e poi c’è l’ispezione della moto. Per fortuna non sono stati fiscali, mi hanno fatto aprire solo la borsa da serbatoio, e mi hanno chiesto cosa c’è in tutte le altre. Si son fidati, grazie ai soliti Marcello Lippi e Toto Cutugno!

Sono in terra di nessuno, dopo quasi 2 ore. Ora tocca al Kazakistan.

Vedo in frontiera, in senso opposto una serie di 7 moto, quasi tutti bmw; penso siano gli uzbeki, di ritorno dal lago Balkash, invece è un gruppo eterogeneo di: 1 australiano, 1 inglese, 1 messicano, 1 americano…partiti da Londra, con mezzo d’appoggio, arrivati qui via Russia. Faranno una scappatina a Samarcanda e Bukhara, poi riprenderanno la via russa, fino a Magadan, porto all’estremo oriente russo. E’ un viaggio organizzato, con mezzo d’appoggio. Scambio un po’ di chiacchiere, poi ci si saluta, magari ci si rivedrà più in là, chissà…

Il primo doganiere kazako fa una cappella mostruosa: mi timbra il visto kyrghyzo invece del kazako. E’ vero che i due visti sono identici, perchè fatti dalla stessa ambasciata, quello kyrghyzo ha solo un timbro in più, indicante appunto Kyrghyzstan. Oltre tutto mette il timbro proprio sull’ologramma traslucido, pertanto il timbro non è neppure leggibile, perchè l’inchiostro lì non prende… gli faccio notare la cosa, ma il tipo non capisce, ho dovuto insistere! Alla fine, dopo consulto con colleghi e attesa, mi timbra il visto kazako (gli faccio capire di non timbrarlo sull’ologramma) e sbarra il timbro sul visto kyrghyzo. Ovviamente se io dovessi entrare in Kyrghyzstan sarebbe un enorme problema, perchè col cavolo che lo riterrebbero valido un visto già timbrato…ma non mi pongo il problema, tanto non ci andrò. Ma io dico, questo è il loro lavoro, devono fare timbri sui passaporti, non possono farlo con un po’ più di professionalità? Passo poi ad un altro ufficio, dove compilo insieme all’addetto, molto gentile, la dichiarazione. Finalmente non serve dichiarare minuziosamente tutti i propri averi, come fatto finora (soldi in tutte le valute, apparecchiature elettroniche, etc.): entro i 10mila $ di beni si può omettere la dichiarazione. Bene! Chiedo se non serva una carta apposita per il mezzo di trasporto, come in tutti i Paesi finora, ma mi dicono di no. 3 ore e mezza ma ora sono salvo. Entro in Kazakistan. Cambio i restanti som uzbeki in tenge kazaki (e mi fregano col cambio) e i pochi sum tajiki (e mi strafregano, ma non ho alternative, anche insistendo…). Cambio anche 20 euro, il minimo per ogni evenienza, poi preleverò al bankomat: finalmente qui in Kazakistan ci sono i bancomat! era dalla Turchia che non ne vedevo, ed ero andato avanti a contanti! (sono infatti quasi a secco di dollari…)

Una piacevole sorpresa: il visto vale 30 giorni dall’ingresso! non era assolutamente chiaro, nè scontato: era così per il turkmenistan, e non era chiaro, avrebbe dovuto essere così per l’uzbekistan, e non lo è stato, non era così per il tajikistan (visto a date fisse) mentre qua adesso ho un mese a disposizione! i programmi dunque cambiano, i ritmi pure: dopo le corse fatte purtroppo in Iran (sarebbe stato bello visitarlo un po’ anzichè solo attraversarlo) e in Tajikistan… ho ora tutto il tempo che voglio per aspettare Ture!

Il Kazakistan ha un volto diverso dall’uzbekistan: è incredibile come a pochi km di distanza, aldilà di un cancello, il mondo cambi. Il paesaggio è più vasto e arido, la strada malmessa, anche se asfaltata. Le scritte sono diverse: l’alfabeto kazako è ancora diverso, è un casino, si avvicina al turko, molte lettere né cirilliche né latine. Di là c’erano i cartelli “chaykana” dove vendono il the, qui ci sono i cartelli “kofe” dove dei baracchini a bordo strada vendono caffè. Le macchine, completamente diverse: in uzbekistan monopolio daewoo (le auto straniere hanno altissime tasse di importazione, mentre c’è una fabbrica daewoo in o’zbekistan) mentre qua c’è un po’ di tutto. Vedo qualche cane randagio a bordo strada, e alcuni anche sulla strada, travolti dai camion…

Mi fermo a mangiare un plov nel primo paesino che incontro; non male, ma niente a che vedere con quello in centro a Tashkent. Si fermano anche i 3 norvegesi in jeep, quelli trovati in frontiera. Stanno andando al Lago d’Aral. Sono simpatici, e sanno bene l’inglese. Due di loro sono anche motociclisti, uno ha una gsx-r e l’altro una duke. Sono preoccupato perchè in frontiera non mi hanno lasciato nessun foglio specifico per la moto, quindi chiedo conferma, e anche per loro è stato lo stesso. Bene.

Proseguo per Shymkent, ma dopo un po’ vedo un cartello con scritto Tashkent 20. Ma come? se ho fatto 170km? accendo il gps, ed infatti sono a un passo da casa di Airat; cerco all’orizzonte la TV tower di Tashkent, alta 200m, che domina il panorama da ogni angolo della città, ma non la scorgo.

Proseguo, direzione nord; il sole dà fastidio, basso all’orizzonte (è una gran cosa andare a est, con il sole alle spalle la sera…). Qui il fuso è 1 ora più avanti, anche se siamo più a ovest… (mi sembra però più corretto questo) ormai è tardi quindi, sono le 20.30, ma arrivo a Shymkent, e cerco un albergo.

Chiedo in 3 posti, e scelgo il motel, il più economico, perché ho intenzione di fermarmi qua alcuni giorni, ma è in una buona posizione centrale, all’interno di un centro commerciale, e con un riparo sicuro per la moto. Faccio un affare: la camera è buona, spaziosa, pulita. I bagni in comune sono ad un passo dalla mia stanza, sono praticamente quasi a mia completa disposizione, e sono pulitissimi. Ho tv satellitare e clima in camera (alla tv satellitare fanno davvero di tutto, uno potrebbe perdersi 24h su 24 con cose sempre diverse…quasi conviene non averla, se non si riesce a “dominarla”…) Dove lo trovo un posto così per 21 euro al giorno con (abbondante) colazione inclusa??? Ora posso rilassarmi, perchè sono davvero molto stanco, la giornata di oggi mi ha provato, forse anche il cambio di ritmo dopo una settimana di stop…

Dopo la doccia cerco un posto per rifocillarmi: vado al Luna Park, abbastanza grande (c’è la nave dei pirati, affollatissima, ci sono scivoli per i bimbi e varie altre attrazioni), ma i baracchini che vendono shashlik (gli spiedini) non mi ispirano; mi dirigo quindi verso un locale, dove ordino la cena. Si avvicinano al mio tavolo dei ragazzi, molto simpatici; prima uno, poi due, tre, quattro, tra cui il proprietario del locale. Tra di loro ce n’è uno che parla inglese, lo mastica un po’ almeno; poi con gli altri usiamo reciprocamente il mio dizionario russo-italiano. Mi chiedono del mio viaggio, mi chiedono perché lo sto facendo; mi chiedono anche loro ovviamente se sono sposato, e perché no. A entrambe le domande ho difficoltà a rispondere…

Chiedo info su dei posti da visitare qua intorno, su quale sia la miglior compagnia telefonica, etc. Uno di loro, quello che sa l’inglese, fa il cantante, di professione, ci scambiamo i numeri, lo chiamerò e mi farà sentite il suo disco. Domenica andrà col suo gruppo ad iniziare a “girare” la colonna sonora di un film per bambini kazako. Il proprietario del locale mi offre una coppa di frutta e gelato. Bene! Poi però saluto, sia perché fumano da un’ora al mio tavolo, e non respiro più, sia perché sto per crollare dal sonno…

Il Kazakistan mi ha finora accolto molto positivamente.

Откуда?

Откуда?[Atkudà?] – Da dove vieni?

Rubrica sui tipici “dialoghi” in russo…

Quando la gente mi vede, mi chiedono tutti da dove vengo. Tutti. I poliziotti che mi fermano, i bambini che mi accerchiano quando mi fermo, la gente per strada, tutti. Alla risposta che sono italiano c’è sempre un’espressione felice, una sorta di ammirazione di tutti per l’Italia. Il primo commento, di quasi tutti, in fase di mondiali, è stato proprio sul calcio; in tutte le frontiere che ho oltrepassato, dall’Iran al Turkmenistan, fino all’Uzbekistan, c’erano un sorriso e un commento sulla prestazione negativa dell’Italia ai mondiali. Devo ringraziare Marcello Lippi, è stato un modo incredibile di rompere il ghiaccio, con tutti! Forse ha davvero suscitato simpatia questa prestazione quasi “ridicola” dell’italia ai mondiali…

Poi, molti iniziano a parlarmi di cantanti e attori italiani. Toto Cutugno (ho cantato “italiano vero” con un agente di frontiera Turkmeno…) e Adriano Celentano sono conosciuti da tutti. Il padrino è il film preferito di molti, me lo hanno citato in Iran come in Uzbekistan…mi sa che io non l’ho neanche visto…

Ieri Baktior mi ha citato Pupo, cantandomi “gelato al cioccolato”… e poi alla radio sono passati Toto Cutugno e Celentano…

Mi hanno detto che Gianni Morandi è venuto a fare un concerto qua a Tashkent! Poi mi hanno detto un’altra cosa incredibile: qua a Tashkent ci sono due squadre di calcio, che sono le due prime squadre della nazione. Non ricordo i nomi. La più piccola delle due ha come allenatore Scholari!!! e ci gioca Rivaldo! si può andare a salutarli volendo, mi hanno detto… ci si beve pure il the assieme… che storie…

Le conversazioni solitamente continuano chiedendomi che strada ho fatto per arrivare fino a qua, quanto tempo ci ho messo… poi mi chiedono quanti anni ho e tutti mi chiedono se sono sposato. Dico di no, e rimangono stupefatti. Mi chiedono perché, e non capiscono… E’ come se fosse impensabile per loro che uno della mia età non sia sposato…cerco di spiegargli che magari devo amare una persona per sposarla…ma non è facile spiegarlo neanche in italiano…figuriamoci in russo… incasso le prese in giro e vado avanti…

Facciamo un passo indietro: una valanga di volte mi è successo che mi chiedessero, appena mi vedono, se sono tedesco. “Aleman?”, “BMW”? Le prime domande. Come se associassero una moto ad un tedesco e ad una BMW. Incredibile. Avranno visto solo tedeschi in GS probabilmente. Allora, quando ho pazienza gli dico che è una Honda, quando non ce l’ho, come l’altro giorno in frontiera Uzbeka, gli ho indicato l’adesivo sulla fiancata…

Rubrica di approfondimento culinario: da quando sono partito dall’Italia con cobra, ci sono alcune cose che non mi hanno mai abbandonato. Prima fra tutte, l’anguria: i cocomeri, come già detto, ci sono dappertutto, a vagonate, non c’è paesino in 10mila km fatti in cui non ci fosse qualcuno che vendesse angurie. Poi, pomodori e cetrioli: sono un contorno fisso, che c’è davvero dappertutto; dove il posto mi sembra pulito, io li mangio, ed è incredibile che ormai quasi mi piacciano i cetrioli, io che non li potevo sopportare! (sono però meno forti, come gusto, di quelli tedeschi…). Quello che invece “manca” è il bere a tavola: da noi ci sono bottiglie d’acqua e di vino, sul tavolo. Loro invece, dall’Iran fino a qua, o non bevono proprio, oppure hanno il Kam Pot (bevanda alla frutta), oppure vodka (sì, anche cenando!!!) e poi, alla sera, il the, anche durante la cena. Al ristorante ovviamente mi ordino la mia bottiglia di acqua.

Ciò che mi ha stupito (anche se ormai si sa) è la capillarità della diffusione dei cellulari. E’ davvero spaventoso! Anche in zone remote, dove le case sono di fango, si vede la gente passeggiare al telefono, e si vedono pure i bambini con il telefono… E c’è campo quasi ovunque! (a parte sul Pamir). Me l’avevano detto comunque, anche gente che è stata in Africa, che è così addirittura in Kenya, tra i villaggi… Comunque costa poco telefonare: in Uzbekistan ad esempio 3 cent$ al minuto. Senza scatto alla risposta. Dovremmo chiamare un concorrente uzbeko in Italia…

Alla prossima rubrica di approfondimento culturale :)

Mercoledì e giovedì

ieri, mercoledì 21 luglio, giornata intensa: sveglia alle 7, colazione alle 7.30 con Airat, e poi partenza per la città. Voglio visitare ciò che mi manca. Inizio dal Bazar Oloy, in centro: un grande mercato, di frutta, verdura, spezie, ma anche di oggetti preziosi (una sezione ben controllata dalla polizia è un susseguirsi di negozi di gioielli). Cerco delle cartoline, e come mi era già successo un paio di anni fa in Russia, non è facile trovare cartoline di Tashkent (beh, non è facile trovarne neanche di Albignasego se è per questo…è inutile che mi meravigli…però Tashkent è la Capitale…). Ne trovo un paio di Samarcanda, e vanno bene lo stesso, poi mangio una tradizionale “comca” [somsa] (un panzerotto contenente carne, di vari tipi, o patate) cotta nel tipico forno.



Piove, cerco un internet cafè per fare l’upload delle foto, ma niente. Vado quindi alle poste centrali, bagnandomi un po’; quì trovo un paio di cartoline di Tashkent, le scrivo quindi tutte e 4 e le invio. Prendo la metro e mi avvio verso l’ufficio centrale delle telecomunicazioni, dove la guida dice che c’è un buon collegamento internet: infatti è il migliore trovato a Tashkent, connessione via cavo lan, abbastanza veloce. Due “chiacchiere” con cobra e con Claudio, ed è ora di pranzo, anzi è già tardi: arrivo al Central Asian Plov Center che sono quasi le due, il plov nei mega pentoloni sta per finire, ma per fortuna riesco ad averne un piatto, anche se con poca carne, che è finita. Ottimo (un po’ grasso…) il plov, non mi è piaciuto invece il Kam-pot, bevanda di frutta (mele e ciliegie) bollita, poi raffreddata, colore rosso, gusto simile al the alla frutta, ma più dolce, bevanda che ho trovato dal Turkmenistan in poi (a casa di Azat per la prima volta).

Vado quindi al bazar Chorsu, il più caratteristico della città, dove veramente si vende di tutto. Una “sezione” di indumenti, vestiti vari, scarpe; la parte principale sotto la grande cupola verde dove si vende frutta e verdura; tutto intorno, bancarelle e tavole calde, dove si può assaggiare di tutto.


I contadini arrivano con i propri prodotti, chi con le carote, chi le patate, chi le uova. Con i carretti o con i furgoncini. Mi colpisce la cura con cui vengono esposti i prodotti: i pomodori posizionati uno ad uno, puliti, disposti simmetricamente sul banco, alcuni fanno anche delle piccole piramidi. E così con tutta la frutta e la verdura. Quello che mi stupisce di più è che molti prodotti sono venduti sfusi: la pasta, i biscotti (banchi enormi di biscotti di vari tipi, su sacchetti esposti all’aria aperta, e venduti a peso, non confezionati! e questo avviene anche al supermercato, non solo al bazar!) e il pane. Da noi in Italia invece il pre-confezionamento sta raggiungendo livelli estremi, pensiamo all’insalata in busta…chissà dove arriveremo! Il pane è esposto dappertutto: su mensole, su carretti, su tappeti. Viene messo direttamente in borsette di plastica nera, viene toccato e ritoccato, ridisposto sempre perfettamente, ovviamente non si mettono i guanti per movimentarlo…

Il pane è uguale, dappertutto: rotondo, diametro di una ventina di cm, rigonfio nella parte anulare, schiacciato al centro. E’ davvero molto buono, morbido, gustoso. Per quanti tipi di pane ci siano da noi, almeno dove vivo io, non ce n’è di così buono. Ricorda il pane di montagna.


Vado poi al Khast Imom, centro religioso ufficiale musulmano dell’Uzbekistan, 2km a nord del bazar.

 Ci vado in taxi (poi tornerò in autobus, spendendo un decimo…). Ci sono gli uffici, c’è la moschea, con i due grandi minareti che si vedono in foto, e c’è il museo, dov’è custodito il Corano di Osman, il Corano più antico del mondo, del VII secolo, scritto su pelle animale, con il sangue. E’ un librone enorme, circa 60x60 cm, spessore minimo 20cm, le scritte (in arabo) sono enormi, 4 o 5 righe per pagina. Non si può fotografare, ovviamente. In una delle stanze a fianco della principale, sono custodite copie del Corano in tutte (molte…) lingue del mondo. Riesco a trovare anche quello tradotto in italiano. Mi faccio fare la ricevuta del biglietto di ingresso, perché qui non ci sono tariffe esposte, da nessuna parte, e mi vien sempre da pensare che mi vogliano far pagare quando invece non si paga, perché mi vedono turista, con lo zainetto in spalla…oppure che mi aumentino la tariffa ad hoc… Incontro un gruppo di italiani. Mi sembra di sentire una parola in italiano davvero da molto distante, mi avvicino, e sono italiani! Secondo gruppo che trovo nel mio viaggio, dopo quello di Khalaikhum. Sono di Piacenza e dintorni. Due chiacchiere, e ci salutiamo.

Voglio tornare all’internet point centrale, per controllare la posta (sto aspettando alcune email da agenzie kazake) ma è purtroppo già chiuso. Sono molto stanco, ho camminato molto. Entro mezz’ora in un altro internet point (quì devo usare però un pc di quelli a disposizione). Mi manca da vedere il parco Navoi, ma non ce la faccio, vado a casa di Airat, in centro. A qualcosa di deve rinunciare. Ultima corsa in metropolitana: l’ho usata molto, è davvero molto ben fruibile, si attende massimo 10 minuti, a qualsiasi ora; i treni sono puliti, anche se non nuovi, le carrozze sono molto grandi, funzionali, ci sta molta gente, ma non sono mai piene. Le stazioni sono molto belle, alcune artistiche (tipo Kosmonavtlar, dove ci sono dei “bassorilievi” di astronauti su fondo blu lucido delle pareti); peccato non si possano fare fotografie, è severamente vietato, e qua non è che si possa provare a “fare l’italiano” fotografando lo stesso, perché c’è davvero polizia ovunque, a manetta… Mi stupisce la quantità di “personale” che c’è nella metro: due donne a dare i biglietti (dei gettoni di plastica azzurri, tipo delle fiches di pessima qualità), una donna a controllare gli ingressi, una donna al piano di sotto, al termine delle scale mobili; ma cosa ci fa questa qua? blocca le scale se qualcuno si impiglia? Mi ricorda la metropolitana di san pietroburgo, come conformazione, “arredamento” degli ambienti, e le donne sopra e sotto le scale mobili, appunto…

A casa di Airat (porto un piccolo presente preso al bazar) sono come sempre molto gentili, le figlie mi mostrano i lavoretti fatti all’asilo, la moglie mi prepara qualcosa da mangiare. Airat arriva tardi, sono molto stanco, quasi mi addormento sul divano, poi andiamo alla “dacia” (la villa) e Airat mi intrattiene con un discorso molto serio, ma mi stupisce per la sua reazione esemplare, da cui abbiamo tutti da imparare: da un paio di giorni gli hanno tolto la licenza di agenzia turistica. A lui come ad un’altra ventina di piccole agenzie. Lo stato si è inventato questa cosa, non si sa ancora perché. Lui è quindi virtualmente senza lavoro, il suo lavoro, che porta avanti da vent’anni. Deve dare da mangiare a 5 figli, pagare due dipendenti, e il fratello socio. In questa situazione c’è gente che cade in depressione o si suicida. Lui invece mi ha detto che è felice, che ringrazia Dio per dargli questa nuova cosa da affrontare. Ha detto che lotterà, felice, senza paura. Mi ha chiesto di scrivere una lettera descrivendo l’ottimo servizio che mi ha offerto, e così faranno tutte le agenzie, che si uniranno e presenteranno lettere e proteste ai giornali e al ministero. Dice che ogni situazione nella vita ha delle risposte, anche se magari difficili. Che lui, finché non gli tolgono la vita, è felice. Sarebbe felice anche se lo mettessero in carcere, sarebbe una nuova esperienza anche quella. Ma badate bene, non è pazzo, è lucidissimo (anche se ha bevuto un paio di bicchierini di vodka), è ben consapevole delle sue responsabilità nei confronti dei figli. E’ solo un modo, originale forse dalle nostre parti, ma sicuramente positivo, di affrontare la vita.

Vado finalmente a letto. Distrutto.

Oggi, giovedì, mi alzo alle 9 e faccio abbondante colazione. Vado poi in giardino, scrivo una lettera, studio un po’ di russo, faccio un pisolino, prendo un po’ di sole a bordo piscina. Guardo un po’ la tv satellitare: ci sono una vagonata di canali, molti in multilingua. EuroNews è in tutte le lingue, c’è anche in italiano, ma non mi va di ascoltare in italiano: ascolto un po’ in spagnolo, un po’ in inglese. Stanno facendo un servizio sulla sicurezza attiva sulle strade, un programma tedesco. E’ incredibile: in europa muoiono ogni anno 30mila persone sulle strade. Pazzesco…

Arriva poi il fratello di Airat, Marat, con la famiglia: moglie figlia suocera e cognato. Sono gentilissimi, davvero. Si presentano, mi offrono birra e vodka (che ovviamente rifiuto…), gli mostro le foto e i video del mio viaggio. Marat si mette a cucinare, un piatto uzbeko di carne e patate.



E’ pronto che sono ormai le 16: qui si mangia senza orari, in generale si mangia quando è pronto. Mangio davvero tantissimo. E, non ci crederete, dopo un paio di ore Marat si rimette a cucinare: Shashlik, cioè spiedini. Di carne (pollo) e di verdure. Quì non hanno le griglie, per cucinare alla brace: fanno tutto su spiedini, e hanno un apposito porta spiedini con la brace sotto. Alle 20.30 quindi si mangia di nuovo, e di nuovo tutto è buonissimo, e loro incredibilmente gentili.



Se ne vanno, saluti e ringraziamenti, scambio di email e foto di gruppo.



Ora ho fatto le valigie (quasi), mi son fatto e bevuto un the (Rasul è tutta oggi che non si vede…) e ora a nanna, che domani si parte; ma prima penso che farò una sauna di addio (ne ho fatta solo una sabato scorso, non posso proprio esimermi stasera…)

Buonanotte a tutti.

mercoledì 21 luglio 2010

Lunedì e martedì

ieri, lunedì 19, sono andato in centro in “taxi”, alla mattina, con i 3 fratelli, amici dei figli di Airat; così assieme al tassista abbiamo cercato il consolato della Mongolia: non si riusciva a trovarlo, una fatica incredibile, il tassista avrà chiesto a 20 persone, anche alla polizia, che si trovava proprio a 100m dal consolato! Dovrei allungare il visto, in modo da poter entrare in Mongolia anche più in là, perché sto aspettando che mi raggiunga Ture (www.tureadventure.it) che si trova ancora a Teheran, quindi i tempi si dilaterebbero un po’, e i miei visti invece sono “corti”…

Il consolato si trova dietro a due negozi, senza il tassista non l’avrei davvero mai trovato… Mi dicono che non sono “temporaneamente” ancora pronti ad emettere visti, perché hanno aperto “solo” da un anno, forse lo saranno l’anno prossimo. Ok, alla prossima allora, si rimanda il tutto ad Almaty…

Cerco poi un telefono pubblico, per chiamare in Italia, l’assicurazione medica, perchè ho l’orecchio sinistro tappato, da ieri sera, quando mi sono immerso in piscina a “casa”. Mi chiedono un numero uzbeko per richiamarmi, che il dottore si metterà in contatto con me. Chiedo per farmi una scheda in un negozio, ma mi dicono che bisogna andare nell’ufficio centrale, in centro, appunto. Nel frattempo ne approfitto per farmi tagliare i capelli, ormai sono un po’in disordine: c’è un bel negozio, parrucchiera e barbiere, ci lavorano dei giovani. Non è un posto caratteristico, come i barbieri che c’erano a Siverek, ma almeno sono tranquillo che faranno un buon lavoro. E così è stato, e mi son pure fatto tagliare la barba, per la prima volta in vita mia. Mi dirà poi Airat, la sera, che se glielo dicevo mi portava alla scuola barbieri, dove a volte va anche lui, dove gli allievi ti tagliano i capelli gratis, perchè così intanto fanno pratica…amen, sarà per la prossima ;-)

Vado quindi poi in centro, a fare la scheda SIM uzbeka. Ci avrà messo più di un’ora l’addetta, incredibile quanta roba ha scritto al pc, o meglio, quanto tempo ci ha messo a scrivere… La scheda non costa nulla, solo i 3$ di traffico che ha dentro; avrei dovuto farla subito, le telefonate con il numero italiano costano, e pure i messaggi, e pure riceverle; meglio tardi che mai… Ora posso ricevere telefonate a 3cent$ al minuto, e mandare messaggi, anche in Italia, a 12cent$. Mando il numero a cobra, che lo dia all’assicurazione, ma non funziona ancora bene, non riescono a contattarmi, non è ancora attivo al 100% forse, anche se le chiamate “interne” mi funzionano… Vado a mangiare di nuovo al Central Pastry, il locale con wi-fi gratuito, dov’ero stato l’altro giorno, ma internet è lentissimo, non si riesce a fare quasi nulla; per chiamare l’assicurazione approfitto ancora di Oltinboy, lo chiamo e vado nel suo ufficio. Con skype chiamo l’assicurazione, e ci mettiamo d’accordo di aspettare 24h e stare a vedere l’evolversi della cosa; ne approfitto poi per chiamare casa e per mandare “due” email. Mi vado poi a mangiare una fetta di dolce (ho scoperto di esser proprio goloso di dolci: quando ho i morsi della fame, non c’è dolce che tenga: prediligo il salato. Ma quando ho un “certo languorino”, non riesco proprio a fare a meno di qualcosa di dolce…).

Mi faccio poi una bella passeggiata, attraverso il centro, la piazza centrale, vado al supermarket a prendere due cose, entro in una pasticceria e prendo dei dolci (dei baklava turchi) e li porto in dono alla famiglia di Airat, dove mi reco, per poi tornare a Dendra Park con lui.

La moglie di Airat mi prepara gentilissimamente qualcosa da mangiare, e poi abbiamo un’interessante chiacchierata (in inglese), principalmente sulla religione: lei si è “convertita” dodici anni fa dall’islamismo al cristianesimo, in particolare è battezzata a Geova. Le figlie di Airat mi fanno come sempre le feste. Torniamo poi alla villa, e io sono davvero morto di sonno.

Oggi, martedì 20 luglio, mi sono svegliato tardi, e dopo colazione sono anche tornato a letto… poi mi sono dato alle grandi pulizie: ho finalmente pulito la catena, come mai avevo pulito catena in vita mia. Con miscela di benzina e olio motore, corona catena pignone, copricatena e copripignone, tirato tutto a lucido come nuovo. Ho asciugato un po’ e messo poi il grasso. Trasmissione “nuova”. Anche se qualche maglia non dico sia grippata, ma è un po’ “rigida”…

Ho poi lavato (a mano) il completo da moto: era davvero lurido, dopo 10mila km, un mese di strada… Ho lavato anche le borse, e i guanti. Rasul (io mi ero inventato chissà quale combinazione di lettere, lui mi ha scritto il suo nome così…) mi ha fatto il bucato, ha messo in lavatrice quasi tutta la mia roba. Bene!

Poi mi sono intrattenuto un po’ con Rasul, abbiamo in qualche modo chiacchierato, gli ho fatto vedere un po’ di foto del viaggio, è stato molto contento della Polaroid che gli ho regalato (foto di noi due insieme) e abbiamo bevuto il the. Lui torna a casa dalla sua famiglia 1 volta l’anno, il suo paese dista da qua 1200km. Vede quindi i suoi figli verso novembre, per circa 15 giorni, poi torna qua a lavorare per Airat. E’ venuto a Tashkent 10 anni fa per cercare lavoro, e ha conosciuto Airat quasi per caso, per strada, e da allora lo aiuta come maggiordomo, ospita i turisti clienti dell’agenzia di Airat, e fa anche da “tassista” sempre per i clienti di Airat. E’ un buon uomo, manda 100$ al mese a casa, a suo figlio 13enne, poi ha 3 figlie, di 18, 24 e 26 anni. Ovvio che è sbiancato quando gli ho detto che in qualche albergo ho speso 50$ al giorno, e non gli ho detto che dovrò dare ad Airat 30$ al giorno… Ha delle magliette addosso che sono talmente vecchie che hanno i buchi, dappertutto. A casa mia, quelle magliette sarebbero diventate stracci 10 anni prima, e da me non si spreca nulla. Vorrei quasi quasi regalargli una delle mie magliette, ma non so decidermi quale…vedremo…

Niente sauna, è spenta, spero di farla domani sera. Ora quindi nanna. Domani andrò a Tashkent, poi vedremo, se partire giovedì o venerdì…

Ah, ho provato svariate volte a chiamare Peter, il tipo di cui mi avevano dato il numero al Bikers’Club, per l’olio, ma niente, non squilla… ci rinuncio, cambierò l’olio ad Almaty.

Mi ero preso indietro con un po’ di foto, ora vediamo piano piano di ritornare in pari… iniziamo con questo album:

http://www.facebook.com/album.php?aid=70718&id=1348501144&l=acb6632984